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20 aprile 2024

Vittorio Veneto

BOCCIATO IL PIRUEA DI COLLE UMBERTO

Il Consiglio di Stato ha deciso: troppi metri cubi all'area ex-Corazzin

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Colle Umberto. Il Consiglio di Stato ha deciso: i ricorsi in appello del Comune e dell’Impresa Tonon sono da rigettarsi. Che tradotto in parole povere significa: il Piruea di Colle Umberto non s’ha da fare. Perlomeno con un Piruea.


Già il TAR si era espresso in merito, bloccando iter e lavori nell’area dell’ex-Istituto per l’Agricoltura “Corazzin”, ma Comune e impresa avevano presentato ricorso. La sentenza del C.d.S. (datata  19 giugno) boccia quindi defintivamente il progetto di “recupero” che prevedeva l’edificazione di 123mila metri cubi in luogo dei 13mila della vecchia sede scolastica. Il Comune e l’impresa Tonon sono anche stati condannati al pagamento delle spese processuali proprie e degli appellati, che ammontano a circa 8.000 euro (più iva e accessori).


Soddisfazione è stata espressa da parte del Comitato contro il Piruea: “Ci fa piacere che alla fine ci sia stata data ragione su due motivazioni che fin dall’inizio ci sembravano chiare e corrette”.
Il C.d.S. ha infatti respinto l’appello su due punti:

- sulla cubatura eccessiva: “un incremento dell’edificato dieci volte superiore a tale percentuale costituisce sintomo obiettivo di un improprio utilizzo del P.I.R.U.E.A.”

- sulla tipologia dell’area in questione: “un’area agricola può essere inclusa nel P.I.R.U.E.A. solo se la disciplina della stessa sia funzionale all’unitarietà dell’intervento, e solo se, al tempo stesso, la zona agricola abbia estensione obiettivamente marginale.”


Il sindaco Scarpis ha affermato che “non si devono commentare sentenze definitive, bisogna accettarle anche se penalizzanti”. E precisa che  “in ogni caso l’impresa non può rivalersi nei confronti del comune”. Rimane da capire cosa ne sarà ora “della più grande zona F in Veneto in mano a privati”. Secondo il primo cittadino ci sono ora tre possibilità:
- l’impresa Tonon può rivendere l’area (catalogata come zona “F”, dedicata a impianti sportivi, palazzetti dello sport, attività culturali ecc)
- il progetto potrebbe essere inserito nel futuro Piano di assetto del Territorio (PAT), e con una variante essere riproposto (a questo punto decaderebbero le controparti economiche per il Comune)
- potrebbe essere ripresentato lo stesso progetto (dal momento che attualmente non esiste un PAT, e grazie a una recentissima norma), facendo una semplice variazione d’uso. Anche qui il comune perderebbe i benefici del Piruea.

In concreto quindi, non è il progetto del centro commerciale ad essere stato bocciato, quanto l’adozione di un Piruea per realizzarlo. Non l’obiettivo, quanto lo strumento.

A.A.

 


| modificato il:

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