Vittorio Veneto. Ci eravamo ormai dimenticati del dibattito che vedeva contrapposto il sindaco Scottà all’ex sindaco e stimato storico vittoriese Aldo Toffoli sulla datazione della scritta “ HAEC TUA DOMUS CIVIS” ricomparsa sul frontone del municipio dopo il restauro.
Per Toffoli la scritta venne realizzata durante il ventennio fascista, per Scottà invece la scritta risale alla origine della costruzione dell’edificio.
Dico subito che, sia per la sua autorevolezza che per gli argomenti portati, ho  immediatamente creduto alla tesi del Professor Toffoli. Tutto sarebbe finito nel dimenticatoio se Scottà non avesse voluto strafare. Dopo aver ampliamente sostenuto la sua tesi in un articolo comparso nel giornale del comune ma che, per sua fortuna, pochi avevano potuto leggere, oggi ripropone quello stesso scritto come editoriale della nuova rivista del comune che a  giorni  verrà distribuita a tutte le famiglie.
Lascio al professor Toffoli, se lo riterrà opportuno, smentire nuovamente Scottà. A me preme evidenziare come il  sindaco cerchi di sostenere le sue tesi con dichiarazioni che alla luce dei fatti si  rivelano false. Egli scrive: “ Posso dire che il sondaggio effettuato con tecniche all’avanguardia, ha permesso di scoprire che sotto la scritta haec tua domus civis non c’è altro, solo la pietra”
Poi però l’articolo è corredato da una serie di foto con tanto di data che dimostrano il contrario; se il lettore si prende la briga di guardarle con un lentino vedrà che nelle foto datate 1898, 1907, 1911, 1925, 1918 e 1928 c’è la scritta MUNICIPIO, mentre nella foto datata 1962 è leggibile la parola DOMUS.
E’ dunque lo stesso editoriale del sindaco Scottà che sconfessa lo storico Scottà.
Infatti, se la scritta latina compare nella foto scattata nel 1962, come si fa a sostenere che sotto ad essa non ci sono altre scritte visto che in ben sei foto antecedenti compare la dicitura Municipio? Di quali tecniche all’avanguardia ci parla Scottà nel suo articolo?
Voglio quindi concludere con un altro proverbio : “ El diol l’insegna a far le pegnate ma no i querci”                            

Francesco De Bastiani