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19 aprile 2024

Castelfranco

INQUINAMENTO: LA SALUTE DEI VIGILI URBANI NON È A RISCHIO

I test effettuati posizionando dei rilevatori sulla schiena degli uomini della polizia locale hanno detto che l’aria non contiene sostanze nocive

| Matteo Ceron |

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| Matteo Ceron |

Castelfranco - Vuoi perché suggestionati dal sentir parlare continuamente di inquinamento, vuoi perché alcuni di loro avevano iniziato a prestare servizio ricoprendo bocca e naso con una mascherina, vuoi perché qualcuno gli aveva messo la pulce nell’orecchio creando una certa preoccupazione per la loro salute, fatto sta che i vigili avevano richiesto di diventare dei rilevatori umani di smog. La scorsa primavera avevano deciso di indossare sulla loro schiena delle macchine che rilevavano la presenza di benzene e polveri sottili nell’aria per mettersi il cuore in pace. Risultato? Possono dormire sonni tranquilli. Le verifiche hanno avuto un esito incoraggiante: l’aria di Castelfranco può essere respirata senza problemi. Questo, in sostanza, l’esito delle rilevazioni dei livelli di inquinamento che avevano visto coinvolti in prima persona i vigili urbani. Alcuni di loro per giorni interi avevano portato sulla schiena queste macchine che facevano un rumore continuo simile a quello di un piccolo motorino elettrico. Gli apparecchi erano collegati a delle canne di plastica e a dei cilindri che captavano le polveri disperse nell’aria. Gli agenti che erano stati scelti per diventare dei “rilevatori umani” per tutto il loro turno di servizio avevano dovuto convivere con la strumentazione senza mai rientrare in ufficio. I dati raccolti durante i giorni di rilevazione sono stati elaborati da uno studio specializzato in analisi sulla qualità dell’aria ed, appunto, è stato reso noto come i vigili non corrano alcun pericolo nel rimanere in mezzo al traffico di Castelfranco. Un risultato che per certi versi è in contrapposizione con lo stato di generale preoccupazione per il livello di inquinamento in città. Castelfranco rimane pur sempre, secondo l’ultima classificazione formulata con il Piano Regionale di Tutela e Risanamento dell’Atmosfera, uno dei comuni più a rischio della Provincia di Treviso. Tant’è che a marzo di quest’anno l’amministrazione comunale aveva deciso persino di emettere un’ordinanza con la quale si disponevano misure cautelative per il contenimento atmosferico da Pm10. Non solo: la lotta contro il livello di inquinamento in centro storico è passata anche attraverso azioni capaci di stravolgere la vita di chi lo frequenta, come la sperimentazioni dei sensi unici per entrare e uscire da piazza Giorgione. Tanto caos, ma risultati significativi alla fine non ce n’erano stati e poi la cosa era decaduta senza che si decidesse di rendere definitiva la nuova viabilità. E sempre a proposito di traffico, qualche mese fa il Comune ha dato anche un incarico per la redazione di uno studio approfondito per arrivare ad una nuova regolamentazione viaria in centro. Provvedimenti che comunque non hanno scalfito la percezione generalizzata di vivere in una città inquinata. Non si spiegherebbero altrimenti i ricorsi al Tar promossi da una quarantina di cittadini per evitare l’insediamento di un migliaio di nuovi abitanti (e di nuove macchine) previsto con il piano particolareggiato dell’ex Fram.

Matteo Ceron 

 


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