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28 marzo 2024

Treviso

Nuova tecnica per la ricostruzione del seno, Cà Foncello all'avanguardia

Dopo la mastectomia protesi di silicone avvolte da una speciale stoffa biologica: meno invasiva e senza rigetti

| Isabella Loschi |

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| Isabella Loschi |

Nuova tecnica per la ricostruzione del seno, Cà Foncello all'avanguardia

TREVISO - Nuova tecnica, unica nel suo genere, per la ricostruzione del seno delle donne colpite da tumore, messa a punto da una collaborazione tra l’Ospedale Ca’ Foncello di Treviso e lo Spire Hospital di Bristol.

La novità principale della nuova metodologia messa a punto da Giorgio Berna, primario della Chirurgia plastica ricostruttiva del Ca' Foncello, insieme al collega Simon Cawthorn d bristol, da prevede di avvolgere la protesi in silicone in una “stoffa” di origine biologica, accettata dall'organismo inserendola direttamente sotto la cute, senza più bisogno di celarla sotto il muscolo. In questo modo si annullano i rischi di rigetto. La tecnica è stata utilizzata negli ultimi 4 anni su 50 pazienti con tumore al seno, senza casi di rigetto.

“La tecnica tradizionale, prevedeva il posizionamento della protesi in silicone al di sotto del muscolo gran pettorale, per evitare che sia in contatto diretto con il sottocute e stimoli quindi una reazione da corpo estraneo – spiega il dottor Berna – Il distacco del muscolo però provocava forti dolori, specialmente nei primi mesi dopo l'intervento. Ora, con questa nuova tecnica, non si tocca più il muscolo Inoltre, questa chirurgia oltre a dare un risultato molto più naturale è meno invasiva offre alla paziente un recupero postoperatorio più rapido”.

La nuova tecnica, però, non è per tutti. Si può effettuare solo in casi di tumore poco esteso. Su 450 mastectomie per carcinoma mammario effettuate in un nano al Cà Foncello, di queste pazienti, il 25% circa (110 pazienti nel 2015) vanno incontro ad intervento ricostruttivo. “La tendenza attuale mira a ridurre il più possibile l’impatto psicologico della  donna ed il trauma che ne deriva - sottolinea il direttore generale dell'Ulss 9, Francesco Benazzi - Per questo si tende ad eseguire, quando è possibile, l’intervento in un unico tempo; la paziente entra in sala operatoria con il tumore ed esce con il seno ricostruito e simmetrico. Circa il 40% delle nostre pazienti può avere questo trattamento, il trend è in ascesa e Treviso si conferma particolarmente all’avanguardia”.

Per le donne restano fondamentali i controlli e lo screening che l’Usl sta pensando di estendere fino a 74 anni: “Di tumore mammario non si muore quasi più -dichiara Benazzi - il 90% delle donne guarisce sui cinque anni ma è fondamentale la prevenzione per intervenire il prima possibile. Oggi l’85% delle donne si sottopone agli screening, ma vogliamo arrivare al 100%”.

 


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