Nuovi centri commerciali a Vittorio Veneto, si valutano dieci possibili siti
Indicate dall'amministrazione le aree degradate che potranno essere riconvertite
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VITTORIO VENETO - L’ex Cerruti, l’Italcementi di Serravalle e di Sant’Andrea, l’ex Fassina-Carnielli in centro città, e ancora l’ex biscottificio Colussi, le caserme Tandura e Gotti, l’isola del Meschio, l’ex Mvv di via Marinotti e l’ex Mafil da aree degradate a potenziali siti in cui ospitare – previa variante urbanistica - anche superfici di vendita superiori ai 2.500 metri quadrati.
Potrebbe essere questo il futuro delle dieci grandi aree dismesse, oggi contenitori vuoti. Di recente la giunta Tonon le ha inserite, come previsto dalla legge regionale 50 del 2012 sulle “Politiche per lo sviluppo del sistema commerciale in Veneto”, nell’elenco delle aree degradate da riqualificare in cui l’attività economica, anche commerciale, può essere esercitata dando priorità a questi spazi, anziché cementificare aree verdi.
Ma sul modo di agire, il consigliere Matteo Saracino (Partecipare) è critico: «Anziché procedere con la redazione del Pat, l’amministrazione preferisce dare seguito a questa procedura, in ritardo rispetto ad altri Comuni, che ha come unico interesse quello di dare l’opportunità di creare nuove speculazioni commerciali».
I cittadini potranno presentare le proprie osservazioni sull’elenco elaborato dal Comune. Si legge ad esempio che l’ex Cerruti di via Marconi (22.600 metri quadrati e edifici per 150mila metri cubi) «sia per la notevole accessibilità che per la sua dimensione e distribuzione si può connotare come un centro commerciale naturale. Le dimensioni attuali consentono di reperire le aree di sosta necessarie.
La riconversione dovrà essere occasione di miglioramento della qualità urbana da attuarsi con attenzione alla memoria produttiva del sito e della città». Tra le aree più grandi l’ex Italcementi di Sant’Andrea con i suoi 48mila metri quadrati, a seguire la ex caserma Gotti (44mila metri) e l’ex Carnielli-Fassina (31mila).