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29 marzo 2024

Esteri

Odissea Sea Watch: "Serve porto sicuro ora"

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Odissea Sea Watch:

"Siamo da 18 giorni nel corso di una missione di salvataggio che non vede la fine. Un soccorso si può considerare concluso solo quando le persone tratte in salvo vengono portate in un #portosicuro, a terra. I naufraghi ne hanno bisogno ora! #ApriteIPorti". E' questo il nuovo appello che la Sea Watch lancia attraverso un tweet. Sulla nave dell'organizzazione umanitaria tedesca ci sono 32 migranti salvati il 22 dicembre nel Mar Mediterraneo.

UE - Il portavoce capo della Commissione Europea Margaritis Schinas, durante il briefing con la stampa a Bruxelles, ha detto che un "certo numero" di Stati membri dell'Ue "ha espresso la volontà di contribuire allo sforzo congiunto" per trovare una soluzione per le persone che si trovano attualmente sulle navi Sea Watch 3 e Sea Eye, al largo delle coste maltesi. "Gli sforzi continuano, intensi, per trovare una soluzione che consenta lo sbarco in sicurezza delle persone a bordo delle due navi, Sea Watch 3 e Sea Eye. Ci piacerebbe che accadesse senza ulteriori ritardi" ha affermato Schinas. "Il commissario europeo alle Migrazioni Dimitris Avramopoulos - ha aggiunto - sarà qui domani in sala stampa. Quello che posso dire oggi è che continuiamo i contatti con gli Stati membri: abbiamo informato ieri gli Stati membri dei progressi fatti", cosa cui ha fatto seguito "una discussione costruttiva nel Coreper (acronimo francese che indica il Comitato dei Rappresentanti Permanenti, gli ambasciatori degli Stati membri presso l'Ue, ndr). Ribadiamo che gli Stati membri devono dimostrare solidarietà concreta e le persone a bordo devono essere sbarcate in sicurezza e senza ritardo", ha concluso.

MALTA- Fonti del governo di Malta, riporta oggi il Malta Times, hanno ribadito che lo sbarco sarà permesso solo dopo che "un numero sufficiente di Paesi delle Ue avranno offerto la loro accoglienza, non prima". Nel Paese stanno aumentando le richieste di consentire l'ingresso nel porto delle due navi. A Malta è anche partita una campagna sui social con gli hashtag #LetThemIn e #DontLetThemDrown - Lasciamoli entrare e Non lasciamoli affogare. Con un tweet postato la scorsa notte il leader del partito d'opposizione, Adrian Delia, ha riconosciuto la necessità di "proteggere gli interessi nazionali di Malta" dalle "tattiche da bulli dei Paesi più grandi" definite "inaccettabili", parole che ricordano quelle usate domenica dal premier Jospeh Muscat nei confronti dell'Italia che si è rifiutata di accogliere le due navi. "Ma - ha aggiunto Delia nel suo tweet - le persone più deboli, i bambini e i neonati che si trovano bloccati a bordo non possono essere usati come pegni, hanno bisogno immediato di assistenza e rifugio umanitario".

ORGANIZZAZIONI CHIEDONO INCONTRO A CONTE - In una lettera al premier Giuseppe Conte, le organizzazioni che lo scorso 3 gennaio avevano lanciato un appello all’Italia e ai Paesi membri dell’Unione Europea per sollecitare lo sbarco immediato dei migranti a bordo di Sea Watch e Sea Eye chiedono con urgenza al presidente del Consiglio "un incontro per chiarire i passi intrapresi dall’Italia per sbloccare la situazione e la posizione del nostro Paese sulla vicenda”. “Dopo cinque giorni dal nostro appello allo sbarco immediato dei 49 migranti a bordo delle navi Sea Watch e Sea Eye, bambini, donne e uomini non hanno ancora toccato terra e restano ostaggio di una disputa tra Stati" scrivono A Buon Diritto Onlus, Acli, ActionAid, Amnesty International Italia, Arci, Asgi, Avvocato di Strada, Focus - Casa dei Diritti Sociali, Cnca, Centro Astalli, Cir Consiglio Italiano per i Rifugiati, Comunità di S. Egidio, Emergency Ong, Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia - Fcei, Salesiani per il Sociale, Intersos, Medici Senza Frontiere, Médecins du Monde Missione Italia, Medici per i Diritti Umani, Oxfam Italia, Save the Children Italia, SenzaConfine, Terre des Hommes. “Le condizioni delle persone a bordo delle due navi stanno peggiorando di ora in ora e non è più possibile attendere oltre. Per questo motivo - sottolineano - la priorità assoluta per tutti dovrebbe essere quella di lavorare affinché tutti i migranti possano toccare terra il prima possibile e non lasciarli altro tempo in mare, dando loro tutte le cure e l’assistenza umanitaria di cui hanno diritto”.
 

 



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