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19 aprile 2024

Italia

Ottiene il suicidio assistito. Poi l'autopsia rivela: non era malato

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Ottiene il suicidio assistito. Poi l'autopsia rivela: non era malato

VIBO VALENTIA - Pietro D'Amico (in foto), magistrato di Vibo Valenzia, morì l'11 aprile scorso, a Basilea, in Svizzera, in una clinica che lo seguì nel suicidio assistito. Aveva 62 anni.

 

All'uomo era stata diagnostica una malattia incurabile. Secondo la diagnosi dei medici, a D'Amico rimanevano poche settimane di vita e così l'uomo partì da solo, senza dir niente a nessuno. E andò in Svizzera, per morire in pace, nella maniera meno dolorosa possibile. Si presentò alla clinica di Basilea con i referti dell'ospedale italiano, e i medici acconsentirono ad aiutarlo a spegnersi.

 

Oggi, a distanza di tre mesi dalla sua morte, la scoperta: Pietro D'Amico non era malato. I risultati dell'autopsia richiesta dalla moglie e della figlia alla magistratura svizzera hanno portato alla luce la sconcertante verità: quella malattia incurabile diagnosticata non esisteva. Ora, spetterà alla magistratura italiana accertare se gli autori della diagnosi siano responsabili per errore medico, o per negligenza o imperizia.

 



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