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18 aprile 2024

Treviso

PAESE, TAGLI E TASSE PER RECUPERARE 600 MILA EURO

La giunta si è ridotta gli stipendi e pensa a nuove aliquote

| Mauro Favaro |

| Mauro Favaro |

PAESE, TAGLI E TASSE PER RECUPERARE 600 MILA EURO

PAESE – Lacrime e sangue è dir poco: il nuovo bilancio, su cui la giunta Pietrobon sta perdendo il sonno, sarà un giro di vite praticamente senza precedenti a Paese. All'appello mancano almeno 600 mila euro. Questa la cifra minima da recuperare, approdata sul tavolo del sindaco, per far fronte a un buco nelle entrate, complici gli ultimi decreti del governo, di circa un milione. Altrimenti rischia di saltare tutto.

Come recuperare i soldi mancanti? Tagliando. A partire dagli stipendi del primo cittadino e degli assessori, che da gennaio sono stati sforbiciati del 10%.

Tradotto: Pietrobon scende da 3.100 a 2.790 euro lordi al mese, Nicola D'Alessi (Urbanistica) e Martino De marchi (Lavori pubblici) da 1.394 a 1.255, Domenico Billeci (vicesindaco) da 852 a 767, mentre Roberto Michelangelo (Sicurezza), Maurizio Severin (Bilancio) Giorgio Carraro (Attività produttive) e Vigilio Piccolotto (Ambiente) passano da 697 a 627 euro. Per un risparmio totale di quasi mille euro al mese.

“Non è la soluzione – precisa Severin – ma è un segnale che vogliamo e dobbiamo dare”. Per poi poter chiedere un sacrificio ulteriore ai cittadini attraverso l'aumento dell'Imu o dell'addizionale Irpef (ferma allo 0,2%). “Stiamo lavorando sulle due possibilità – ammette l'assessore – certo che la seconda è più equa della prima”.

Basta così? No, perché oltre a stipendi e tasse, la lente d'ingrandimento della giunta Pietrobon sta passando al setaccio i conti per contenere tutte le uscite da villa La Quiete. Come si risparmierà? Tagliando i contributi ai gruppi e alle associazioni, spegnendo i lampioni (che da soli costano oltre 300 mila euro l'anno), cercando offerte da nuovi gestori delle linee telefoniche e addirittura abbassando di un grado il riscaldamento dei locali pubblici, in modo da rendere più sostenibili le bollette di gas e gasolio.

“I lampioni verranno accesi in modo alterno dalle 22 e non più dalle 23 – rivela Severin – e poi sarebbe molto meglio concentrare le attività delle associazioni in un'unica struttura, in modo da non dover pagare riscaldamento, acqua e luce per ogni singola riunione”. Magari spostandole tutte negli ambienti delle scuole, comunque riscaldati.

Quasi inutile, mentre si valuta l'unica offerta arrivata per la costruzione in leasing dell'elementare di Postioma, parlare di nuove opere pubbliche. Anche perché sul groppone ci sono pure 600 mila euro che il Patto di stabilità impone di risparmiare. Quello di febbraio, insomma, a Paese sarà un mese rigidissimo. E per fine aprile i tagli dovrebbero essere nero su bianco.

 


| modificato il:

Mauro Favaro

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