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28 marzo 2024

Treviso

PAESE, VISTA SU UNA NUOVA MONTAGNA DI AMIANTO

Il gruppo Mosole ha presentato il piano in Regione

| Mauro Favaro |

| Mauro Favaro |

PAESE, VISTA SU UNA NUOVA MONTAGNA DI AMIANTO

PAESE – Una montagna di amianto. E' quella che, ancora una volta, potrebbe prendere la strada di Paese se la Regione dovesse dare il via libera a un nuovo progetto che il gruppo Mosole ha appena spedito a Venezia.

Cosa dice? In sostanza chiede l'autorizzazione a seppellire nella discarica “Terra” di via Toti, tra Castagnole e Porcellengo, altri 460 mila metri cubi di eternit e affini. Tecnicamente la voragine che si apre lungo la strada provinciale verrebbe divisa in due parti, e una di queste sarebbe riempita di rifiuti.

Poco importa che nello stesso luogo siano già stati stivate oltre 100 mila tonnellate di amianto, tra il 1999 e il 2006, e che su tutto penda ancora la spada di Damocle di una sentenza del Consiglio di Stato che nel marzo del 2007 ha di fatto obbligato la Provincia a ripristinare il sito alle condizioni in cui si trovava prima dello stoccaggio dei rifiuti, considerati illegali.

Villa La Quiete, per la verità, si era già messa il cuore in pace. Ma una cosa è scegliere di non muovere più nulla, per evitare la possibile diffusione di fibre di asbesto, altro è veder gettare nel ventre della discarica altri carichi di amianto. Senza contare che due anni fa il Sant'Artemio ha autorizzato l'ingresso nella “Terra” pure di rifiuti speciali, come i terreni da siti contaminati provenienti dalle bonifiche.

E adesso la giunta Pietrobon non vuol nemmeno sentire parlare di nuove attività. Tanto che ha già sfornato una delibera che certifica un parere negativo senza se e senza ma. Ma questa volta non ci si ferma alle scartoffie. “Abbiamo detto di no in modo fermo e convinto, senza nemmeno entrare nel merito: Paese con le sue 29 cave e 13 discariche ha già dato tutto quello che poteva e oltre – spiega l'assessore all'Ambiente, Vigilio Piccolotto – ci metteremo di traverso e se vorranno portare altro amianto dovranno passare sui nostri corpi”. Insomma, la battaglia burocratica è già partita.

 


| modificato il:

Mauro Favaro

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