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18 aprile 2024

Paga l'Osto a Pinè...giochi veneti di un tempo

Categoria: Altro -

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Alberta Bellussi | commenti |

Giochi Veneti di un tempo: Paga l’Osto a Pinè

 

A Pinè di Cordignano il martedì grasso, da oltre 150 anni, si gioca a  " Paga l’Osto”.

Un antico gioco che, un tempo, si faceva nei cortili e che appartiene alla tradizione veneta, soprattutto dell’area della Pedemontana.

 A Pinè, piccola frazione, quella di rievocare, l’ultimo di Carnevale, il gioco di “Paga l’Osto” è una tradizione popolare ancora molto viva e sentita che coinvolge anziani, adulti ma anche molti ragazzi ai quali viene dato il testimone di questi piccoli patrimoni della nostra storia passata.

Un gioco semplice  dove la parola d’ordine è divertirsi. Un’occasione per stare in compagnia. Le famiglie delle borgate dove si giocano le partite offrono dolci e bevande per rendere omaggio ai giocatori.

Il Paga L’Osto è un gioco di bocce dove quest’ultime sono realizzate con il “legno santo”, un legno molto duro e resistente.

Le bocce sono di forma abbastanza “sferica” poiché non sono esattamente tondeggianti e levigate e quindi più che la bravura conta la fortuna.  Le partite del “Paga l’Osto da sempre si giocano per i cortili dei borghi e le vie della piccola frazione. I giocatori sono gli uomini che abitano nella borgata, anche se di norma giocano circa 15/20 persone.

Le regole del gioco sono molto chiare e semplici. Si gioca tutti contro tutti e lo scopo del gioco è quello di avvicinarsi il più possibile al boccino. All’inizio della partita il “responsabile di gara” lancia il boccino, diversamente nei turni successivi il boccino viene lanciato dal giocatore che si è avvicinato di più al boccino nel turno precedente. Il primo giocatore, prima del lancio, deve chiamare per nome il giocatore successivo, che a sua volta prima di lanciare la boccia, chiama il giocatore successivo e così via…l’ultimo chiama “Paga L’Osto“. In caso di dimenticanza il giocatore subisce la penalità di un punto.

La partenza, come da antica tradizione, è presso Casa Titela che di anno in anno ha il compito di custodire le bocce per l’anno successivo.  Viene individuato il “responsabile di gara”. Prima su un foglio si annota l’ ora di inizio del Gioco e la situazione atmosferica.  Poi si redige uno schema per appuntare i nomi dei partecipanti, i punti, ma soprattutto le penalità. Da qui si è pronti per iniziare la competizione, che partita dopo partita di questo gioco itinerante, rivale dopo rivale,  si arriva all’ osteria (da qui il nome del gioco) o al punto di arrivo dove si fa la resa dei conti e insieme si festeggia la fine della partita e il vincitore dell’anno.

I giochi che facevano i nostri nonni erano semplici e si facevano con poche cose ma alla fine avevano lo scopo di stare insieme in condivisione divertendosi. Il gusto di stare insieme con poco è un valore che ai nostri giorni sta scomparendo…ed è un vero peccato perchè bisogna tornare a investire sui rapporti umani quelli veri, sui giochi di un tempo e non sulla realtà virtuale che è arida e algida.



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