Pesce povero a chi?

Ecco la ricetta della "Trota del Meschio" di Giampiero Rorato

| Giampiero Rorato |

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TREVISO - Ho chiesto a Paola Valdinoci, specialista in Fitoterapia medica e nutrizione, alcune informazioni sul valore alimentare delle trote, considerate un pesce “povero” solo perché costa poco, ma povero non lo è proprio.

“La Trota, afferma infatti l’esperta, è un pesce caloricamente povero ma nutrizionalmente ricco: solo 143 calorie e 5 g di grassi per porzione.

La maggioranza dei grassi sono di tipo omega 3, i più salutari per il nostro organismo e i suoi acidi grassi polinsaturi sono quindi più abbondanti rispetto ai grassi saturi.

I sali minerali hanno un contenuto ideale per i nostri fabbisogni: poco sodio ma molto potassio, utile anche in caso di sudorazione eccessiva, assieme a discrete quantità di ferro e calcio. È un pesce ricco di vitamine del gruppo B, fosforo e soprattutto selenio, un minerale di grande supporto per le attività tiroidee.

Fra gli aminoacidi presenti in maggior quantità troviamo lisina, acido aspartico e acido glutammico presenti in abbondanza anche negli asparagi e importantissimi per nutrire il cervello, i muscoli e il nostro sistema immunitario.

La trota è anche ricca di triptofano, un aminoacido che aiuta a rilassarsi e concilia il sonno e potrebbe costituire la cena ideale assieme a una generosa porzione di ortaggi freschi di stagione e carboidrati semplici come le carote. È importante ricordare che gli acidi grassi omega 3, non solo sono i più salutari per le funzioni cardiache e le funzioni cerebrali ma secondo studi più recenti pubblicati nella rivista scientifica “Prostaglandine, Leucotrieni e Acidi Grassi Essenziali” del 2017, sono anche fondamentali per la salute del cervello e sistema nervoso contrastando demenza, stati depressivi e salute del sistema nervoso. Hanno proprietà antinfiammatorie che nella trota sono accompagnate da un buon apporto di vitamina B6 capace di estendere questa capacità a piccoli fastidi minori come cambiamenti di umore, nervosismo o menopausa. Molti nostri problemi di salute piccoli e grandi derivano dal fatto che le nostre abitudini alimentari ci portano a mangiare più frequentemente la carne rispetto al pesce e questo nel tempo non favorisce la salute del nostro organismo.”

La famiglia delle trote

Da un accademico della cucina, il dottor Massimo Percotto, mi sono fatto illustrare i vari componenti della famiglia delle trote. “Nell’Italia Settentrionale, alla fine del XVIII° secolo, era diffusa la Trota Marmorata (Salmo Marmoratus) così detta per la sua elegante livrea che ricorda il marmo. Essa popolava tutti i corsi d'acqua dell'areale alpino - dalla Svizzera alla odierna Slovenia - e di quello della pianura padana compreso tra i corsi d'acqua afferenti al bacino del fiume Po. Poi venne la Salmo Trutta, una specie polimorfa diffusa nel Nord-Europa dall'Atlantico agli Urali e in grado di originare in habitat differenti forme diverse: la trota di mare, la trota di lago e la trota di torrente, conosciuta come Trota Fario. Presente nel nostro arco alpino, si è ibridata facilmente con la Marmorata. Infine arrivò dal Nord-Est del Pacifico la Trota Iridea (Onchorhynchus Mykiss), introdotta a scopo alieutico in quasi tutto il mondo e in Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige, ora allevata a scopo alimentare grazie alla sua forte resistenza agli agenti patogeni e alle sue capacità di acclimatazione.”

Aggiungo che la trota salmonata non è un pesce diverso dalle altre trote, perché tutte possono avere la propria carne di color rosato o rosa-arancio. Le trote, infatti, si cibano in buona parte di crostacei bentonici, il cui esoscheletro è ricco di carotenoidi che vengono assimilati facilmente nei tessuti dei salmonidi, conferendo alla carne quel tipico colo rosa arancio .E negli allevamenti, numerosi anche nella Marca Trevigiana, basta aggiungere agli alimenti dei crostacei bentonici ed ecco che abbiamo le trote salmonate, la cui carne è dello stesso colore di quella del salmone.

Credo non serva aggiungere altro, se non ricordare ai lettori che le trote possono vivere solo in acque limpidissime, pure e ricche di ossigeno, per cui la loro carne è totalmente sicura anche sotto l’aspetto igienico sanitario. L’importante è saperle preparare bene e, con gli anni che corrono, mangiare bene, con prodotti sicuri e sanissimi, spendendo poco risponde appieno alle nostre esigenze.



La ricetta della Trota del Meschio

Per 4 persone: 1 kg di trote, una bella carota, 1 gambo di sedano, 1 foglia d’alloro, 2 limoni, 1 bicchiere di vino bianco, olio extravergine d’oliva delle colline trevigiane, qualche fiocchetto di burro, prezzemolo, sale e pepe.

Preparazione: In una pesciera va bollire in acqua salata per una decina di minuti carota, sedano, alloro, mezzo limone tagliato a rondelle e il vino. Lascia un po’ in bollore quindi immergi le trotte già adeguatamente preparate e fa andare il bollore per una decina di minuti. Leva le trote dall’acqua, ricavane i filetti e falli cuocere a fuoco dolcissimo in una teglia con olio e burro, cui aggiungi la spremuta dei limoni restanti. Se necessario bagna i filetti con un po’ del liquido di cottura.

Mandali in tavola con l’accompagnamento che più piace.

Giampiero Rorato

 



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