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19 aprile 2024

Petaloso mah!

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Alberta Bellussi | commenti |

petaloso

Petaloso  mah!

 

Da un paio di giorni impazza su ogni tipo di media la parola “petaloso”.

Mah!  titoli dei giornali nazionali “Tutti pazzi per petaloso”.

Scusatemi amo le parole. Vivo una storia d’amore con loro che dura quasi da quarant’anni ma a me sto petaloso non  piace poi così tanto.  

Forse è tenera? Sarà che l’ho già sentita, molte volte, usata dai bambini della scuola insieme a coccoloso, morbidoso e simpaticoso. Devo ammettermo  non mi crea sto entusiasmo viscerale che sembra aver mosso l’animo letterario degli italiani e le varie intellighenzie.

Mi devo sentire in colpa?

La causa alberga forse nella mia mente troppo vetusta cresciuta e coccolata dai neologismi creati dalle correnti letterarie e dalle opere che le rappresentavano. 

Oppure devo alleggerire un po’ i miei vocaboli e renderli tutti più scherzosi, briosi e più petalosi?

Però devo spezzare una lancia per inzupposo. Qualcuno mi sa dire perché l’inzupposo che ci propone quel fornaio tolto al cinema di Banderas non ha entusiasmato la Crusca come petaloso.

Pensare che a me sembrava che  rendesse molto l’effetto del biscotto che assorbe tutto il buono del caffelatte.

Perfino Renzi tra i suoi vari astag ha scritto e che #petaloso sia.

Allora mi adeguo buonagiornata petalosa a voi in mezzo a mille fiori petalosi.

 

COME SONO ANDATE  LE COSE

Una parola che ancora non esiste ideata dalla mente di un bambino di 8 anni. Un neologismo, con tanto di timbro dell’Accademia della Crusca, capace di diventare nel giro di poche ore, grazie al passaparola della Rete, il termine più utilizzato sui social network. Petaloso è un aggettivo che è nato sui banchi di scuola, durante una lezione come tante nella classe di una terza elementare di Copparo, in provincia di Ferrara. La maestra Margherita Aurora chiede ai suoi bambini come descriverebbero un fiore e per Matteo la risposta alla domanda è semplice e immediata: un fiore è “petaloso”, ossia pieno di petali.

La parola non è contenuta nei dizionari di italiano perché non esiste.  E’ stata  inviarla all’Accademia della Crusca per una valutazione. L’Accademia ha  dato la risposta, precisa ed esauriente.

La risposta dell’istituto nazionale per la salvaguardia e lo studio della lingua italiana non tarda ad arrivare, con tanto di complimenti al piccolo ideatore. “La parola che hai inventato – si legge nel documento – è una parola ben formata e potrebbe essere usata in italiano, così come sono usate parole formate nello stesso modo”. La spiegazione motivata porta come esempi simili i termini “coraggioso” o “peloso”, ma avverte anche Matteo di quale sia il percorso, per una parola, per entrare a tutti gli effetti nel dizionario di italiano: è necessario che le persone comincino a utilizzarla. “La tua parola è bella e chiara – continua il testo – Ma sai come fa una parola ad entrare nel vocabolario? Perché entri in un vocabolario, bisogna che la usino tante persone e tante persone la capiscano. Se riuscirai a diffondere la tua parola tra tante persone e tante persone in Italia cominceranno a dire ‘Come è petaloso questo fiore’, ecco allora petaloso sarà diventata una parola dell’italiano”.



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