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20 aprile 2024

Piangersi addosso

- Tags: Politica internazionale

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Felix Tabarly | commenti | (24)

Carissimi, tutti voi siete a conoscenza del fatto avvenuto nell’Oceano Indiano nel febbraio del 2012, con le conseguenze che ancora oggi ci trasciniamo.

Parlo di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, due nostri marinai del Battaglione San Marco che ancor oggi si trovano in India per presunto omicidio di due pescatori.

Non è semplice comprendere la vicenda, ma cercherò di sintetizzare i principali momenti che la contraddistinguono.

Il lavoro svolto dalle nostre truppe anfibie a bordo dei mercantili ha lo scopo di prevenire gli abbordaggi di navi pirata che si sono macchiate di numerosi attacchi nell’Oceano Indiano. L’impiego di nuclei militari di protezione è assolutamente preferibile all’impiego di mercenari, in quanto questi ultimi operano solo e soltanto per denaro, senza alcun controllo superiore.

L’evento è avvenuto in acque internazionali al largo delle coste (circa 30 miglia di distanza) del Kerala, stato dell’India meridionale, e ha coinvolto il mercantile italiano Enrica Lexie e il peschereccio indiano St. Antony. Il St. Antony dirigeva per la sua zona di pesca e il destino ha voluto che la sua rotta fosse di controbordo a quella della petroliera italiana, rotta che venne valutata dagli ufficiali di guardia come pericolosa e passibile di abbordaggio.
 

L’evento è avvenuto in acque internazionali al largo delle coste (circa 30 miglia di distanza) del Kerala
 

I due fucilieri di marina hanno esploso alcuni colpi di fucile che hanno colpito sicuramente l’acqua a circa 100/200 metri dal peschereccio indiano. L’apertura del tiro è avvenuta solo dopo altri vari tentativi, sia sonori sia via radio, di far deviare la rotta del peschereccio.

È possibile che chi governava il St. Antony non si sia reso conto di nulla, in quanto condizionato dalle difficoltà di navigazione su un piccolo natante e dalla poca abitudine ad ascoltare il canale 16 della radio. Girone e Latorre hanno giustificato la loro azione anche con la certezza di aver visto personale armato a bordo del peschereccio indiano.

Alcuni colpi sparati dalla tuga a un’altezza di circa 24 metri a distanza di circa 500 metri sono rimbalzati e hanno deviato di traiettoria colpendo l’imbarcazione. Si è stabilito, infatti, che i colpi giunti sulla tuga del peschereccio provenivano dal basso e non dall’alto.

Qualora tutto sia accaduto così come detto, si tratterebbe eventualmente di un omicidio colposo avvenuto comunque in acque internazionali, dove la giurisdizione è dello stato di bandiera della nave protagonista ovvero l’Italia. Le regole di ingaggio usate dai nostri militari sono quelle internazionalmente stabilite in caso di attacco di pirati.

L’evento ha preso una piega diversa quando le autorità indiane, con la frode, hanno convinto la petroliera italiana a entrare nelle acque territoriali indiane. A quel punto la nave è stata circondata dalla polizia e in un secondo momento i due nostri militari sono stati arrestati e portati a terra.
 

L’evento ha preso una piega diversa quando le autorità indiane, con la frode, hanno convinto la petroliera italiana a entrare nelle acque territoriali indiane.
 

Questo dovrebbe essere ciò che è accaduto in mare. Subito dopo è iniziato un dramma che ha coinvolto i due stati India e Italia e lo stato del Kerala.

Non voglio giudicare quanto è successo: certamente sia da parte indiana sia da parte italiana si sono verificati comportamenti alquanto originali. Quello che vorrei evidenziare sono tre aspetti che ritengo fondamentali.

Il primo riguarda i due militari italiani. Essi lavoravano per la salvaguardia della libertà di navigazione di una nostra nave mercantile, difendendo gli interessi italiani al di fuori del Paese. Non essere riusciti a salvaguardare la loro libertà rappresenta un cattivo segnale per chiunque si trovi a operare in condizioni difficili lontano dall’Italia.

Il secondo punto riguarda il prestigio di una nazione. Per difendere il prestigio vi sono nazioni pronte ad entrare in guerra perché, se non si gode di prestigio, non si può fare politica estera. Riguardo a questo aspetto, la Gran Bretagna insegna. L’India ha dato un immeritato schiaffo all’Italia e l’Italia avrebbe dovuto reagire di conseguenza, ma questo non è avvenuto.

Il terzo punto riguarda sempre i due marinai. Pur rispettando la loro condizione difficile e apprezzando il loro comportamento impeccabile, essi non devono essere visti né come vittime né come eroi. Troppo spesso nel nostro Paese si cancellano gli errori promuovendo a eroe chi eroe non è.
 

right or wrong, my country
 

Per anni la politica estera di questo Paese è stata sottostimata e trascurata e lasciata nelle mani di politici poco interessati o poco esperti. Poche settimane fa il presidente Napolitano ha raccomandato attenzione a questi aspetti, da cui dipendono non solo il prestigio, ma la sopravvivenza della nazione, basti pensare al gas e al petrolio. Lo ha fatto però quando ormai era troppo tardi, poiché troppo tempo è stato sprecato a discutere di inutilità dimenticando la regola aurea della politica estera che dice: right or wrong, my country (giusto o sbagliato, ciò che conta è la Patria).

Grazie e alla prossima.



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Preg.mo Comandante, buongiorno. Non concordo che sui ns. mercantili sia meglio imbarcarvi militari piuttosto che mercenari. No: a) per evitare complicazioni (e conseguenti umiliazioni) come quella dei 2 marò b) perché in un mercantile manca il controllo diretto dei loro atti da parte di una catena di comando militare superiore c) perché le spese per questo personale, senza parlare di quelle per eventuali complicazioni, è giusto che ricadano sull’ armatore (che non divide certo i suoi guadagni con noi) e non su tutti i cittadini italiani. Altro discorso è che, su mandato ONU e col concorso di altri Stati, si utilizzino intere unità della Marina per giuste finalià come l’ antipirateria. Circa i fatti accaduti, ancora il processo non si è svolto e quindi mi par prematuro certificare una versione dei fatti. Circa il dovere di reagire, l’India è potenza nucleare. Vada per l’ interventismo… ma direi di non perdere il senso della misura!
Ciò detto: a) pare proprio che il sistema giudiziario indiano non sia molto meglio di quello italiano b) ai ns. marò, che perlomeno non sono in carcere, va tutta la ns solidarietà e il ns aiuto in termini politici-diplomatici.

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Sono d'accordo in pieno con lei!
L'Italia ha fatto come al solito una figuraccia infame dimostrando una vigliaccheria e un menefreghismo inauditi!
Vorrei ricordare come nell'incidente del Cermis (nel quale un aereo militare statunitense tranciò il cavo della funivia in Val di Fiemme, causando la morte di 20 persone) gli USA si sono portati in patria i loro colpevoli giudicandoli dai loro tribunali.
Certo che però, anche la petroliera farsi convincere ad entrare nelle acque nazionali dell'India...

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E' ovvio che l'armatore ha fatto gli affaracci suoi; mica poterva rischiare di vedersi precludere per sempre e per rappresaglia i porti indiani! E così ha scaricato i marò. E così pure le spese sono e saranno a carico nostro o non dell' armatore. Questi pasticci succedono quando si imbarcano sui mercantili, erroneamente, i militari anziché i contractors. Circa la figuraccia dell'Italia... sarà mica anche lei uno del club "ArmiamoCI e partite (voi) ?"
Su, dunque Egr. MarcoM, dia il buon esempio, zaino in spalla e vada ad attaccare l'India!
PS: Lei ha fatto il militare?

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... polemizza e basta.
Non mi sembra che nel 1998 gli USA ci abbiano attaccato per portarsi via i colpevoli della strage.
Da attaccare l'India a fregarsene alla grande ce n'è di differenza.
Ma come al solito lei interpreta tutto a modo suo...

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Non mi risulta proprio che lo Stato Italiano stia "fregandosene alla grande". Anzi. Tra l'altro abbiamo già sostenuto una montagna di spese, incluso un risarcimento (NON pagato dall' armatore..) alle famiglie dei pescatori. Comunque, bando alle ciance! vuol dirci o no, Sig. MarcoM, qual'è il suo piano di attacco all' India?

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I contractors si muovono secondo criteri diversi da quelli espressi dalle FF. AA. e quindi dal governo italiano. I costi per i contractors, e sono molto elevati, alla fine non li pagherà l'armatore, ma ogni singolo italiano che vedrebbe alzati i costi per ogni bene utilizzato.

Qualora vi siano poi situazioni simili o più gravi di quella di cui stiamo parlando, si tornerebbe alla necessità di proteggere i protagonisti e magari pagare un riscatto così come si è verificato in casi precedenti. Abbiamo idee diverse e la protezione della libertà di navigazione è un dovere dello stato non dei privati. Perchè allora paghiamo le tasse se non per assicurare le migliori condizioni di vita e di lavoro per i cittadini italiani?
Secondariamente vorrei citare il caso della Turchia che sotto pressione americana per consentire l'ingresso di truppe in Kurdistan iracheno dal confine orientale turco durante la guerra in Iraq, nonostante parte della NATO e amica da sempre degli Stati Uniti, si è permessa di rispondere che i soldi offerti non sarebbero stati sufficienti ad andare oltre a un interesse nazionale da salvaguardare e al suo prestigio.

Le cito un altro evento che vede protagonisti Israele egli Stati Uniti. Gli israeliani si accorsero che una nave statunitense, il Liberty, li stava spiando. Siamo nel 1967. Le forze israeliane di mare e di cielo la attaccarono uccidendo una quarantina di persone e ferendone più di cento. Gli israeliani dissero che avevano commesso un errore e pagarono 13 milioni di ollari di indennizzo ai famigliari dei caduti. Da allora gli statunitensi non spiarono più Israele, che con questa azione, in acque internazionali, salvò il proprio prestigio.

Anche alle potenze nucleari si può dire di no, basta avere persone in grado di prendere decisioni coraggiose senza abbassare la testa o pensare solo e soltanto al vil denaro proveniente dalle commesse industriali.

Il problema della pirateria è oggi quasi debellato e lo è anche grazie alla decisione di avere a bordo i fanti di marina del San Marco. Da quando sono stati imbarcati, nessuna nave italiana è stata più attaccata.
Pompeo Magno, in tempi in cui si poteva avere mano libera eliminò la pirateria dal Mediterraneo, ed era una pirateria seria, in meno di sei mesi. Il sistema internazionale ci ha impiegato un po' di più.

Riguardo al Cermis la cosa è ulteriormente complicata. Il comportamento dei piloti e navigatore dell'areo statunitense furono non consoni alle regole previste per i voli di addestramento. A norma essi avrebbero dovuto essere accusati quindi di omicidio colposo. Per le norme che regolano l'impiego dei militari in ambito NATO, la giurisdizione era statunitense. Il processo assolse per omicidio colposo i due accusati, ma li condannò per aver distrutto un video che metteva in risalto le prove della loro colpevolezza. Essi furono radiati e degradati. Fin qui tutto bene, si può concordare o meno,ma almeno ha una sua logica. Ciò che accadde dopo ha dell'incredibile.Gli Stati Uniti, comunque responsabili decisero di stanziare una cifra cospicua come risarcimento. Le prime spese erano state affrontate dall'Italia e sarebbe stato rifondere noi e i familiari.
Ma ciò non accadde perchè lo stanziamento non fu autorizzato dal congresso e fu l'Italia a pagare i risarcimenti.
L'unico problema che ancora una volta fa comprendere come il nostro stato manchi di coraggio o come direbbe un marinaio di " palle."

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Il nostro Stato manca di "palle"? a parte che mi sorprende un po' che un militare parli in questo modo del suo Governo (la cui legittimazione deriva dalla Costituzione cui lo stesso militare ha giurato fedeltà) come pensa, Egr. Comandante Tabarly, che avrebbe dovuto reagire l'Italia alla mancata autorizzazione del Congresso ai risarcimenti? un attacco militare agli Stati Uniti? orpole...e dopo come facevamo ad attaccare anche l'India?
PS: Qui, ancora una volta, si fa della demagogia utopistica e non ci si rende conto della "realtà effettuale" e del rispettivo peso politico-militare delle forze in campo.

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dal sito del Gazzettino
"Lettere al direttore", risponde Roberto Papetti
Marò, la figuraccia dell’Italia: la prudenza è diventata ignavia
Caro direttore,
mi sembra che la questione dei due marò metta in luce la scarsa credibilità internazionale delle autorità “politiche” italiane. Non è ammissibile che Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, cui non si può rimproverare nulla, vengano giudicati in una nazione straniera per un episodio accaduto in mare aperto su nave italiana. Se questi devono essere processati, siano i giudici italiani a emettere un verdetto. Cosa sarebbe successo se i due militari fossero stati di un altro stato?

Esempio, la tragedia del Cermis: un aereo americano, volando a bassa quota, spezzò i cavi della funivia provocando una tragedia con numerose vittime. I piloti non vennero trattenuti in Italia, ma spediti subito negli Usa, e lì giudicati. La vicenda dei due marò è stata gestita male fin dall’inizio. Dov’è finita la determinazione del Governo Monti e quello del governo Letta?
Mario Morara
Mira (Venezia)

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Caro lettore,
la vicenda dei due marò italiani va innanzitutto ricordata e non fatta cadere nel dimenticatoio come qualcuno forse preferirebbe. Bene perciò ha fatto il presidente Napolitano a ricordare Girone e Latorre nel suo discorso di fine anno. Ma al di là di questo, la vicenda nel suo complesso non cessa di essere imbarazzante e vergognosa per il nostro Paese. I due marò continuano a essere "prigionieri" in India senza che a loro carico, in tutto questo tempo, sia emersa una sola prova. Anzi periodicamente dall'India giungono notizie di strane manovre e di operazioni politiche quantomeno sospette. Mentre dall'Italia non si hanno notizie di iniziative diplomatiche di qualche rilievo.

E' pur vero che trattative di questo tipo devono avvenire nella massima riservatezza, ma a giudicare dai risultati non sembra proprio che grandi passi in avanti siano stati fatti. Latorre e Girone sono sempre lì e su di loro, soprattutto, continua a pendere il rischio di una condanna grave. Diciamo la verità: pur rispettando accordi e convenzioni internaziomali, un Paese non dovrebbe consentire che sue due cittadini, innocenti fino a prova contraria, siano trattati così. La prudenza in queste vicende è doverosa. Non può però diventare ignavia.

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Bravissimo, Papetti, soffia sul fuoco della demagogia velleitaria ed utopistica anche tu! ma invece, perché non ci spieghi CONCRETAMENTE cosa dovrebbe fare lo Stato Italiano per sbloccare la situazione?

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Ogni stato, anche il più potente ha bisogno degli altri e essere supini ai voleri statunitensi non fa agli USA che poi si trovano a commettere errori non recuperabili.
Non si tratta di attaccare gli Stati Uniti, ma di pretendere un rapporto paritario. Accettare una dipendenza è cosa negativa e controproducente.
Un Governo è legittimato non solo dalla costituzione, ma soprattutto dal Parlamento. Non è un caso che tutte le alleanze o attività internazionali debbano essere comunque ratificate dal Parlamento. Il Parlamento rappresenta gli elettori, quindi per assurdo io potrei risponderle che il Governo è legittimato o no dagli italiani. E credo che la Costituzione mi venga in aiuto.
La costituzione indica le regole, dà dei principi, ma è espressione di esseri umani e quindi può e deve essere modificata, se non più attuale o addirittura contro gli interessi del Paese. Ma non mi sembra il caso.
Essendo io attualmente fuori dal servizio attivo, mi è concesso esprimere opinioni, cosa che peraltro mi era concessa anche quando in servizio. Se prima ne facevo scarso uso era per opportunità e correttezza e perchè è ancora considerato poco elegante discutere di politica in ambienti militari.
Non credo che a lei piacciano i militari che sanno stare solamente zitti, magari senza pensare; i militari dovrebbero sia pensare sia esprimere anche le loro opinioni, nei modi opportuni, senza offendere nessuno e soprattutto negli ambiti autorizzati.
Se uso il termine palle, voglio significare un comportamento inadeguato da parte di chi avrebbe dovuto agire diversamente. Non credo di aver offeso nessuno, nè tanto meno di essere venuto meno alla mia correttezza professionale. Ho cercato di dire la mia verità. Non ho la bacchetta magica per risolvere i problemi, ma almeno mi sono sfogato un po'.
Sempre un piacere.
Alla prossima.

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Pretendere un rapporto paritario con una superpotenza come gli Stati Uniti mi pare un tantino presuntuoso. Ma consoliamoci, ci fu un tempo in cui l'esercito più potente del mondo l'avevamo noi, SPQR, la ruota gira...
Il cuore del nostro civile confronto però resta questo: chi dice che l'Italia non fa niente per i marò vuol dirci, di grazia, cosa potremmo fare? Ma si ricorda quando gli diedero una licenza e i due, che avevano dato la loro PAROLA D'ONORE, avevano invece pensato furbescamente di non tornare più in India? lì han bloccato il ns. ambasciatore e i marò son dovuti tornare in India di corsa!
Altra figuraccia terribile, a macchiare la divisa. La PAROLA D'ONORE per un militare è sacra.
Al prossimo arrembaggio, Felix!

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Mah, leggo con interesse questo articolo e prendo spunto per alcune riflessioni che non pretendono di essere esaustive fino in fondo ma giuste secondo il mio punto di vista.Parto da una questione morale e strategica che probabilmente i due marò come del resto tutta la loro truppa debba aver considerato di secondaria importanza prima di decidere di spostarsi dalla zona dove sono avvenuti i fatti alla zona sotto l influenza legislativa Indiana.
Non potrei far altra supposizione di una a carattere morale per giustificare questo spostamento pensando a un ingenuo atto di buonismo. Dopo le uccisioni il nostro naviglio probabilmente è stato attratto con qualche stratagemma a varcare il confine territoriale, è una mia supposizione. Un errore che stiamo pagando e che non può essere scevro da interpretazione morale di scarsa confidenza dei nostri con la logica militare che non presterebbe il fianco a simili idiozie. Un errore sul campo da risolvere irrimediabilmente per via diplomatica, ed è qui che iniziano i veri problemi. Questa situazione che se vuoi ricorda anche i fatti del cermis nonché le varie stragi di stato, da ustica agli omicidi di capaci, passando per la morte di persone eccellenti come Pasolini e Mattei e dall inoppugnabile fatto che in tutti questi casi ci siano diverse versioni da quelle ufficiali come ricorda di recente il pm Imposimato nel suo libro "La Repubblica delle stragi impunite" ci ricoda che siamo un popolino privato non solo dell autonomia decisionale ma sopratutto un popolo che vive in una zona troppo importante per chi ha messo già da tempo le sue postazioni militari .
La questione politica sarebbe che il destino di un popolo dovrebbe dipendere dal suo carattere, ma non succede quasi mai questo in Italia dunque siamo davvero un popolo di pecore ? forse, io credo che un esempio diverso potrebbe essere il piccolo paese Uruguaiano di trenta milioni di abitanti che ha nella sua storia del 900 una lotta sacrosanta contro la dittatura e che finalmente ha saputo dare pace al paese che ora con il suo presidente Mujica rappresentante vivente di una vera resistenza e di un altrettanto vera sinistra si è preso beffa degli Stati Uniti legalizzando la marjuana (senza dichiarar guerra al mondo) e suscitando persino una reazione di emulazione in territorio americano!....è successo in questi giorni e mi riferisco al colorado. è stato possibile questo ?
A quanto pare però in Italia ormai la maggioranza delle persone ha perso la speranza di lottare e pian pian questo paese sta assaporando il gusto della fame nel nome di una falsa sinistra Atlantica e di una destra perlopiù subalterna che lancia qualche zompata populista a sinistra , un teatro dell assurdo che rischia oramai di mettere fuori discussione le libertà fondamentali che la democrazia e la costituzione ci dovrebbero garantire.....
Cosa succederà? la storia e il mondo stanno a guardare, a noi rimane il ruolino di compartecipazione popolare se vogliamo altrimenti continuiamo pure a raccontarci le barzellette :

Cos’è la politica ?
Papà, devo fare un lavoro per scuola… posso farti una domanda ?
Certamente figlio mio, qual è la domanda ?
Cos’è la politica, papà ?
Bene… la politica coinvolge il Popolo, il Governo, il Potere economico, la Classe lavoratrice e il Futuro del Paese.
Non ho capito papà, puoi spiegarmi ?
Bene, ti faccio un esempio con la nostra casa:
Io sono quello che guadagna i soldi per la nostra casa, quindi io sono il Potere Economico.
Tua madre amministra e spende questi soldi, quindi lei è il Governo.
Siccome io e tua madre provvediamo alle tue necessità tu sei il Popolo.
Il tuo fratellino è il Futuro del Paese.
Maria, la baby-sitter del tuo fratellino è la Classe Lavoratrice.
Hai capito, figlio mio ?
Più o meno, papà… ci devo pensare.
La notte seguente, il ragazzino, svegliato dal pianto del fratellino, andò a vedere cosa stava succedendo…
Scoprì che il fratellino piangeva perché “l’aveva fatta” aveva riempito il pannolino e si era sporcato dappertutto.
Allora si recò nella camera dei genitori e vide sua madre che stava dormendo profondamente.
Andò nella stanza della baby-sitter e vide, attraverso la porta appena incostata, suo padre che faceva sesso con lei.
Siccome i due non si accorgevano che lui stava battendo alla porta cercando di farsi sentire, sconsolato e rassegnato tornò nella sua camera a dormire.
La mattina seguente, durante la colazione, disse al padre:
Papà, ora credo di aver capito cos’è la politica…
Ottimo figlio mio, allora dimmi con parole tue.
Bene papà, credo che sia così:
Nel momento in cui il potere economico si fotte la classe lavoratrice il governo dorme profondamente, il popolo è completamente ignorato e il futuro del paese è completamente nella merda !!!

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Se ho ben interpretato il sintetico intervento, per riaffermare la sua piena autonomia l' Italia dovrebbe liberalizzare la marjuana. "L' Italia è una Repubblica democratica fondata sulla tossicodipendenza".
Ma sa, Denisio, che un incipit costituzionale del genere suona proprio ma proprioproprio bene?

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Vedo che continua a fare le sue battutine da 2 elementare...

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Ho letto con piacere il suo post, e condivido in pieno il suo pensiero.
E non solo L'Uruguay è un paese che non si fa mettere i piedi in testa, ma anche l'Islanda che è andata contro il FMI sulla questione dei mutui e del crack finanziario del 2008 facendo gli interessi dei cittadini e non delle banche.
http://www.repubblica.it/economia/2013/12/01/news/l_islanda_festeggia_la_fine_della_crisi_cancellati_24mila_euro_dai_mutui-72440260/

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Eh certo, anche l Ungheria paese che ho visitato e che ho avuto modo di apprezzare durante un comizio elettorale, rigorosamente in piazza anzi sulla strada, con almeno 20000 persone e differenti schieramenti che si alternavano a fare le loro proposte, non capivo la lingua magiara ma ho visto un popolo diverso rispetto al nostro, corretto e composto che rispondeva alzando il braccio in esultazione quando la singola proposta piaceva o viceversa dichiarando fault quando la proposta non garbava, tutto in maniera individuale e senza fanatismo... i risultati oggi si vedono.
@Bastanzetti: Legga bene la barzelletta, scoprirà che è sempre il potere economico che si è fottuto Maria ; )

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Dunque lei non capiva l'ungherese ma vedeva la gente manifestare entusiasmo o dissenso.Magari i leader dei vari schieramenti dicevano:"volete tutti una Ferrari?" e tutti ad alzar la mano."volete tutti ostriche e champagne a pranzo e cena?" e tutti ad alzar la mano. "volete andare in pensione a 68 anni?" e tutti: "buuuhhh!!!".

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Sign Bastanzetti, sa che è proprio un "furbacchione" lei ? si diverte solo a fare le pulci su quello che scrivo ma io non voglio continuare a smontarla per insozzare un blog interessante come questo,dunque metta la testolina a posto e se la befana le ha lasciato solo carbone provi lo stesso a fare il serio così forse (forse) il suo particolare umorismo inizierà ad essere capito. Non mi faccia dir altro. Notte.

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Dunque lei non capiva l'ungherese ma vedeva la gente manifestare entusiasmo o dissenso.Magari i leader dei vari schieramenti dicevano:"volete tutti una Ferrari?" e tutti ad alzar la mano."volete tutti ostriche e champagne a pranzo e cena?" e tutti ad alzar la mano. "volete andare in pensione a 68 anni?" e tutti: "buuuhhh!!!".

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Dunque lei non capiva l'ungherese ma vedeva la gente manifestare entusiasmo o dissenso.Magari i leader dei vari schieramenti dicevano:"volete tutti una Ferrari?" e tutti ad alzar la mano."volete tutti ostriche e champagne a pranzo e cena?" e tutti ad alzar la mano. "volete andare in pensione a 68 anni?" e tutti: "buuuhhh!!!".

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Non le basta scrivere battutine da 2 elementare, ora le scrive al CUBO!!

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La cosa buffa è che lei, Preg.mo MarcoM, per verificare che fosse sempre lo stesso commento, lo ha letto per ben tre volte! ma, visto che è un grande estimatore del mio sense of humour, immagino che abbia sorriso tutte e tre le volte!
Vecchie astuzie della Vecchia Volpe dell' Web...

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vada a lanciare qualche petardo al panevin... che rifanno anche stasera... certo che certa gente si diverte con nulla (un fuoco).

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Complimenti, Egregio, partire dagli sfortunati marò ed arrivare al pan e vin è un volo pindarico mica da dilettanti! e non sfugga ai lettori che l’astuto MarcoM usa tale digressione per glissare sul suo piano d’attacco all’ India che, da alcune indiscrezioni, prevederebbe l’irrorazione della nazione gangetica con avioscie chimiche al peperoncino in contemporanea ad uno sbarco di pedalò cingolati sulle coste del Kerala e, dal Karakorum, ad una ondata di famigerati ciaspolatori del CAI (noti perché, oltre a non lasciare mai rifiuti in terra, non fanno mai prigionieri).

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foto dell'autore

Felix Tabarly

Ufficiale di Marina, esperto di storia navale, strategia, relazioni internazionali e comunicazione, materie che ha insegnato presso l'Istituto di studi militari marittimi. Scrive per riviste specializzate ed effettua conferenze a livello nazionale e internazionale su tematiche legate alla cultura marittima.

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