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29 marzo 2024

E poi accade che

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Alberta Bellussi | commenti |

piuma

E poi accade che

E poi accade quel maledetto giorno…

Cambia l’espressione della tua amica; il volto si vela di pallore e gli occhi perdono la solarità di sempre.

Percepisci, senti, capisci che tutto è cambiato.

Nulla sarà come prima.

Non hai coraggio di chiedere e lei con la limpidezza di sempre ti riversa il suo disagio. Tu la abbracci in quel silenzio che dice tutto. Ti si piegano le gambe ma le accenni un sorriso per dire ci sono, ci siamo non sei sola.

In un momento ti appare chiarissimo il senso della vita , questa strana parentesi tra la nascita e la morte.

E ti chiedi cosa ha senso?

Avere, possedere, essere, stare, amare?

Scorrono, come i titoli di borsa, i valori della vita e in cima appare quel bene che ci accorgiamo di avere solo quando è minato: la salute.

Patrimonio di inestimabile valore. Bene impagabile. Dono divino.

E poi ripensi a quella telefonata dall’ospedale che cambia radicalmente la vita ….crolla tutto.

Il mondo solare e delicato che si erano costruiti giorno per giorno, lei e suo marito, che sembrava solido come la roccia; d’improvviso si sgretola. I sogni, i progetti, i piccoli obiettivi, spazzati via. La giovane vita di un uomo perbene minacciata. E diventa, come in un incubo, protagonista della vita: la malattia. Lei detta i ritmi della vita; comanda le emozioni, appesantisce ogni pensiero e sconvolge la tranquilla e rodata routine di una famiglia bella e piena d’amore. La malattia è cattiva e la lotta è difficile.

Voi diventate due guerrieri uniti e non rinunciate a scendere nel campo di battaglia. Lottate contro le tantissime avversità che si presentano giorno per giorno, senza mai deporre le armi con la dignità degli eroi. Mai un lamento, mai. E noi accanto alla vostra lotta ad incitarvi, a iniettarvi energia quando non ne avevate, ad abbracciarvi anche solo con un pensiero, un gesto, una presenza.

Con umiltà e la forza di una leonessa che protegge il suo branco, non hai lasciato nulla di intentato per salvare il tuo leone ammalato; appelli per il donatore sconosciuto, richieste di aiuto ai medici, alle associazioni, ai parenti e agli amici. E poi la speranza in quel fratello che non si è tirato mai indietro davanti a nessuna richiesta, che con un amore incondizionato, è corso in aiuto del guerriero malato ma che non è bastato.

La malattia era davvero cattiva e ha vinto. Ha tolto il leone alla leonessa e ai suoi cuccioli.

Non doveva andare così!

Ce lo ripetiamo da quel messaggio “non c’è più”. Da quel nodo in gola che rimane lì. Da quella paura e impotenza di fronte ai misteri che il destino ha riservato ad ognuno di noi.

La forza, il coraggio, la dignità con cui avete affrontato la lotta voleva come finale la vittoria e non la sconfitta.

Ma non è una sconfitta! E’ solo l’inizio di una nuova forma d’amore più grande; un angelo che guarda dall’alto e vi protegge.

La vostra battaglia ci ha insegnato l’importanza dell’amore che è forza e motore di tutto; che non si arrende mai e che non lo sconfigge nemmeno la morte va oltre va ...

 

Un piccolo spunto sulla frenesia della vita occidentale.

«Quello che mi ha sorpreso di più negli uomini dell’Occidente è che perdono la salute per fare i soldi e poi.. perdono i soldi per recuperare la salute. Pensano tanto al futuro che dimenticano di vivere il presente in tale maniera che non riescono a vivere né il presente, né il futuro. Vivono come se non dovessero morire mai e muoiono come se non avessero mai vissuto.» (Dalai Lama)



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