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19 aprile 2024

Vittorio Veneto

IL POLICARPO CERRUTI CHIUDE

I sindacati si appellano al senatore e all'eurodeputato vittoriesi e ai due ministri trevigiani

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Vittorio Veneto – Il Lanificio Policarpo Cerruti si arrende: ieri sera è arrivata come una doccia fredda la conferma ufficiale. I rappresentanti dei lavoratori sono stati convocati e hanno ricevuto la conferma dai dirigenti: tutti a casa.
Dopo la cassa integrazione e la chiusura del reparto filatura a gennaio (con i primi 34 operai messi in mobilità) lo storico lanificio di via Marconi abbassa definitivamente le serrande, sconfitto dalla concorrenza globale e dalla crisi internazionale.
La produzione continuerà fino ad esaurimento degli ordini, probabilmente non oltre la metà di luglio, e poi si partirà con l'autoliquidazione della ditta.

Oggi nello stbilimento si è tenuta l'assemblea di tutti i lavoratori: sconforto e amarezza regnavano sovrani. Sarà difficile ora trovare un impiego e ci sono anche casi particolarmente pesanti di coppie sposate nelle quali sia il marito sia la moglie lavoravano entrambi al Policarpo. All'assemblea sono intervenuti anche i rappresentanti sindacali, Italo Zanchetta della CGIL e Andrea Misericordia della CISL (nella foto sotto): "Chiederemo la cassa integrazione straordinaria e l'interessamento dei politici locali, per avere una CIG più lunga dello standard e contributi per chi intraprende percorsi di riqualificazione".

Unico dato positivo, la proprietà garantisce che pagherà tutti gli ultimi stipendi e i TFR. Un'assicurazione dovuta ma non scontata di questi tempi, vista la situazione di altre fabbriche che hanno chiuso i battenti senza nemmeno liquidare ai dipendenti le buste paga arretrate.

La Policarpo Cerruti invece ha scelto di chiudere prima di accumulare debiti. “Una scelta obbligata”, conferma la direzione. Negli ultimi mesi la nuova dirigenza ha tentato di risollevare le sorti dell’opificio vittoriese ma senza esito.
“Abbiamo fatto molti tentativi, purtroppo tutti infruttuosi  - ammettono i dirigenti -  Abbiamo cercato di instaurare nuove relazioni anche all’estero. Tutti sforzi resi vani dal crollo degli ordini”. Per l'anno in corso non c'erano ordinativi e non è stato nemmeno fatto il campionario per questa stagione.

Non solo colpa della crisi dell’ultimo anno: sarebbero le condizioni che ormai governano il mercato tessile mondiale a rendere non più praticabile questa attività in Italia. “Il tessile è ormai appannaggio di paesi come Cina, India, Egitto, dove la manodopera e l’energia elettrica costano molto meno – è l’analisi della direzione del Policarpo Cerruti - Costi che per noi sono invece incomprimibili”.

A questo si aggiunge la contrazione del consumo. Una crisi che sta colpendo tutte le aziende tessili italiane. La situazione è precipitata negli ultimi mesi, costringendo la proprietà a imboccare una strada che ormai da tempo sembrava segnata.

Si chiude quindi dopo 64 anni la storia dell'azienda fondata da Policarpo Cerruti e Daniele Gerometta subito dopo la fine della Seconda guerra mondiale, sorta come un simbolo di rinascita sui ruderi di una vecchia caserma austriaca. La produzione pregiata e originale per colori e disegni aveva permesso al lanificio di farsi conoscere anche all'estero e di aumentare il numero di lavoratori (superando i 200 lavoratori). Negli anni 2000, però, la produzione di qualità non è bastata a salvare la ditta. Una delle poche realtà italiane, fino a gennaio, a coprire l'intera filiera produttiva.

Il nuovo sindaco Gianantonio Da Re ha mandato a Michele De Bertolis, precedente Assessore alle Politiche del Lavoro, a convocare immediatamente un tavolo di concertazione che veda riuniti i rappresentanti sindacali di CGIL e CISL, il presidente della Provincia con il suo assessore Denis Farnea e l’amministratore delegato di Cerruti dott. Crosato.

"Speriamo che ai proclami seguano i fatti - si augura Italo Zanchetta della CISL - Vittorio Veneto ha un ex sindaco appena eletto europarlamentare e un senatore, la provincia di Treviso vanta ben due ministri: a questi politici chiediamo sostegno concreto per i lavoratori".

 


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