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29 marzo 2024

Vittorio Veneto

Polis-teca, Partecipare con De Bastiani: "A villa Papadopoli"

Concordi sul progetto, ma non sull'edificio prescelto (l'ex Cosmo)

| Claudia Borsoi |

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| Claudia Borsoi |

Polis-teca, Partecipare con De Bastiani:

VITTORIO VENETO - Partecipare Vittorio si schiera con Alessandro De Bastiani: la Polis-teca va fatta a Villa Papadopoli.

 

«Crediamo che in città nessuno si trovi in disaccordo sull’idea di creare nuovi spazi per la biblioteca civica. Chiunque abbia messo piede, almeno una volta, nella struttura si è reso conto che questa è inadatta sia a livello strutturale che nel concepimento degli spazi: non vi è più spazio per i libri e per le persone, gli spazi non sono pensati per le diverse tipologie di utenti e non sono accessibili ai disabili e alle persone con difficoltà motoria. A tutto ciò - aggiunge Partecipare Vittorio - si aggiunge la necessità di aggiornare il concepimento della biblioteca, che non si limita più a essere un mero contenitore di libri, ma un vero e proprio polo culturale».

 

Partecipare Vittorio prende le distanze dall'amministrazione comunale e dai Giovani Democratici che vorrebbero la Polis-teca all'ex scuola media Cosmo in centro città. Afferma poi che «il progetto non è chiaro»: si parla di una palestra, di spazi per le nuove tecnologie di stampa, per convegni, lo studio o guardare un film. Poco chiaro agli occhi di Partecipare è anche il modo con cui la Polis-teca da 4,5 milioni di euro verrà finanziata.

 

«In tutta questa operazione viene svuotato anche l’ultimo “pezzo” di villa Papadopoli ancora in funzione e non è chiaro quali progetti futuri abbia l’amministrazione per questa struttura. Si ricorda, infatti, come si sia scelto (giustamente) di togliere villa Papadopoli dai beni comunali alienabili, ma le recenti affermazioni del vice Sindaco - scrive Partecipare Vittorio - stridono con tali intenti. “La villa è vincolata, pertanto non si potrebbe fare ciò che si vuole e costa troppo recuperarla”, riassumiamo così le sue parole all’ultimo consiglio comunale, che ci lasciano perplessi perché non si capisce il motivo per cui il bene non sia ancora in vendita dato che l’intento principale è quello di lasciarlo pian piano cadere a pezzi». 

 


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Claudia Borsoi

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