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25 aprile 2024

Treviso

PRIMA CHE LA DROGA CANTI (VITTORIA)

Nella marca trevigiana (ma Belluno e Pordenone già ci stanno ad affiancarsi al progetto) nasce “io Sociale”. Un’associazione, un portale che ha uno scopo: dichiarare il “fermo” alla droga. Coinvolgendo tutti

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PRIMA CHE LA DROGA CANTI (VITTORIA)


Nasce per merito di un genitore, che il dramma della droga l’ha vissuto sulla sua pelle, peggio: su quella di suo figlio, “Io sociale” (http://www.iosociale.it/index.php): un’associazione lanciata attraverso il tam tam di Internet. Un’associazione che dalla marca trevigiana (ma anche dalle province limitrofe) si pone uno scopo tutt’altro che virtuale: sensibilizzare i cittadini al problema-droga. Che non è limitato a chi con la droga è venuto in contatto. E’ un problema che riguarda – direttamente o indirettamente – ciascuno di noi.


Come nasce “Io Sociale?”


Ecco la testimonianza di un padre. Che, spezzando l’isolamento, ha voluto portare la sua testimonianza e creare un portale di aiuto, sensibilizzazione, intervento concreto a un problema che non accenna affatto a diminuire. E che fa vittime sempre più giovani.


"Un inizio come purtroppo tanti, un figlio che scopri, quindicenne, con la marjuana nel cassetto della camera, l’emotività e lo smarrimento iniziali, la ricerca di informazioni, la voglia di capire e di cercare di capirlo, infinite scuse a cui credi e vuoi credere, operatori del Sert, gentili e disponibili che però non bastano ad impedire nuovi altri eventi che ti rimettono alla prova, come fermi della polizia che ti chiama in piena notte con il figlio trovato con decine di grammi di hashisc, avvocati, discussioni, promesse, scuse, la scuola che non va, ovviamente a causa dei professori, amici sempre meno raccomandabili, sparizione di oggetti in casa e anche di interessi come sport o altre attività più costruttive, sempre scuse e scuse, storie incredibili a cui ancora finisci per credere, comportamento sempre più insondabile, irresponsabile, con il ribaltamento della notte con il giorno (sarà sempre l’adolescenza?), promesse, qualche lettera che ti fa rinascere la speranza e poi, 19 anni e scopri le palline di alluminio bruciacchiato, EROINA!
Non è sua, è di un amico tossico che ogni tanto veniva in casa ad usarla, lui non è un tossico perché tale è chi della droga ha bisogno mentre lui no, no, non ne ha bisogno.
Come disperati, mamma e papà vogliono a tutti i costi le prove e infine le trovano, nelle urine prese di nascosto, con un registratore messo in macchina: è tutto vero, maledettamente vero, e il mondo ti crolla addosso.
Tocchiamo il fondo, dobbiamo cominciare la disperata ricerca di una via di uscita.


Martoriati dai sensi di colpa all’inizio annaspi, litighi, ma comunque un punto di partenza lo trovi ed inizi un percorso.
È da qui che è nasce l’IO SOCIALE, dalle difficoltà incontrate nel cercare un filo logico e comprensibile da seguire, dagli aiuti che comunque hai avuto, dalla scoperta di una realtà, a te prima ignota di tanti genitori con lo stesso problema, tanti, tanti, troppi.


La rabbia senza limiti che ti esplode dentro e si mescola con il dolore, vi si alterna e diventa un po’ alla volta un vero e proprio combustibile che non vuoi bruciare ma utilizzare, per prendere le decisioni più difficili come quella di costringere tuo figlio alla scelta o della comunità o del confronto da solo con se stesso, senza più il sostegno della famiglia fino a quel momento sua complice inconsapevole dell’uso di droga. Due mesi fuori casa e poi la resa, prima accoglienza, seconda accoglienza, comunità, il cambiamento, la speranza di un nuovo futuro oltre la droga.
L’ascolto è stata la medicina, l’ascolto dell’esperienza altrui con tutte le sue verità, l’ascolto di chi ha saputo dirti le cose giuste perché le sa, perché le ha studiate sul libro della propria vita o imparate dalla competenza di chi, con fede nell’uomo e in Dio, ha costruito un progetto che permetta ad ogni uomo di capire se stesso specchiandosi negli altri.
Sotto queste spinte illuminanti incominci a mettere a frutto i tuoi talenti, saper scrivere, saper collegare, organizzare, trovare gli anelli mancanti di un arcipelago di concetti in cerca di una sintesi e di una via di uscita, anche da molti luoghi comuni e frasi fatte, arroccamenti scientifici e ideologici, per mettere in moto una ruota che possa finalmente girare sotto la spinta di un concetto principe, capace di accomunare le forze di tutti: l’IO SOCIALE.


Lo strumento di base un sito internet: www.iosociale.it
La rete dell’ioSOCIALE oltre la droga.


I primi temi dei menù: i principi, la tossicodipendenza vista da un genitore, l’azione, il progetto di legge, per i genitori, il conflitto cuore/ragione, il forum, la scheda di adesione al progetto.
In questo strumento sono contenute tutte le idee derivanti dall’attivazione dell’io sociale di ognuno, in quanto persona e in quanto cittadino responsabile, per capire e capirsi, e agire.
In circa un mese e mezzo il sito è stato visitato da quasi mille persone in tutta Italia con un tempo di permanenza medio di 5 minuti, il tutto spontaneamente senza particolari azioni divulgative.
Contemporaneamente sono stati avviati contatti con membri del governo e del parlamento per illustrarne le finalità; il sottosegretario Carlo Giovanardi ci ha proposto di intervenire alla prossima conferenza nazionale sulle droghe che si terrà in marzo a Trieste e di creare il collegamento (link) con nuovo portale ministeriale sulle droghe che è in preparazione.
Un altro progetto riguarda l’impiego dei fondi derivanti dalle sanzioni economiche previste nel progetto di legge per favorire il reinserimento ed il riscatto personale e sociale dei ragazzi quando escono dal percorso in comunità.


Infine la prevenzione basata su un nuovo concetto di informazione degli studenti sui gravissimi danni a terzi che l’uso di droghe di qualsiasi tipo determina, attraverso la sottoscrizione di un documento informativo che all’informazione aggiunge la responsabilizzazione e quindi la consapevolezza del proprio ruolo di cittadini."

 


| modificato il:

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