Conegliano - Ieri in aula di Corte d'Assise si è tenuto il processo nei riguardi di un padre che avrebbe violentato ripetutamente la figlia da quando questa aveva 8 anni.

L'uomo, 57 anni, non l'avrebbe solo violentata ma l'avrebbe portata nei bar costringendola a sottoporsi a gesti sessuali da amici e conoscenti e l'avrebbe fatta dormire per terra. Lui, difeso dall'avvocato Alessandra Nava, nega tutto.

La deposizione della figlia, che oggi è maggiorenne (ed è rappresentata dall'avvocato Aloma Piazza), è durata quasi un'ora e mezza ma rimane la sua parola contro quella di suo padre, non ci sono prove.

I fatti risalirebbero al periodo tra il 1995 e il 2003 (la famiglia ha abitato prima nel coneglianese e poi nel pordenonese): ci si chiede come mai la denuncia sia arrivata solo nel 2007. La bambina, anoressica, per un certo periodo era stata ricoverata per uno stato di debolezza psicologica, che forse è derivato da ciò che ha subito o forse potrebbe aver generato le accuse rivolte a suo padre, il quale è stato anche accusato di averle rotto un braccio per convincerla a tacere.

Secondo l'avvocato Nava la madre della ragazza, che è medico, si sarebbe dovuta accorgere delle condizioni della figlia e del braccio rotto se questi atti fossero realmente avvenuti. Dopo la separazione tra i genitori la bambina veniva affidata al padre quattro giorni al mese. La ragazza non ha parlato per anni delle vicende che l'hanno coinvolta  ma si è confidata solo una volta in cura da uno psichiatra che le avrebbe suggerito di esporre denuncia.

In aula era presente anche la nuova famiglia dell'uomo accusato, sua moglie e suo figlio che lo sostengono. Domani verrà a deporre in aula il gestore del bar dove sarebbero avvenuti questi atti di violenza contro la ragazzina.