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20 aprile 2024

Vittorio Veneto

Profughi: è scontro tra Da Re e diocesi

L’ex sindaco accusa: «Un business per la diocesi», che replica: «Calunnie vergognose»

| Claudia Borsoi |

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Profughi: è scontro tra Da Re e diocesi

VITTORIO VENETO – L’ex sindaco Gianantonio Da Re ha accusato la Caritas di gestire l’accoglienza di migranti come «un business per le casse della diocesi». Parole che sono state pronunciate dal consigliere leghista nel corso dell’ultimo consiglio comunale, lo scorso 29 ottobre, quando a notte fonda ha illustrato la sua domanda di attualità tesa a far luce sui nuovi arrivi di migranti in città. Parole che la diocesi ha definito ora «calunnie vergognose».

 

Da Re aveva evidenziato come il numero di richiedenti asilo oggi ospitati a Vittorio Veneto sia 6 volte superiore al numero indicato dal Governo che parla di una gestione ottimale di un migrante ogni mille abitanti. «Dopo la mozione illustrata dal consigliere Marco Dus – ha dichiarato in aula Da Re - eravamo fiduciosi che gli arrivi fossero finiti», tirando in ballo l’accoglienza fornita dalla Caritas diocesana. Allo scorso 29 ottobre, in città c’erano 140 migranti, di cui 30 ospitati in strutture di Caritas.

 

A distanza di una settimana, sul nuovo numero del settimanale diocesano L’Azione l’intervento della diocesi di Vittorio Veneto. Scrive don Gian Pietro Moret: «E’ il suo ruolo di consigliere dell’opposizione chiedere spiegazioni di ciò che avviene in città e sono affari suoi se i profughi sono diventati per lui un’ossessione che turba il sonno e gli rende insopportabile la vita. Ma non accettiamo che mescoli le sue fobie con calunnie vergognose. Nella domanda al sindaco ha dichiarato che “l’accoglienza di questi migranti rappresenta sicuramente anche un buon business per le casse della diocesi”. È pura maldicenza, priva di ogni fondamento. Tramite la Caritas, la diocesi ospita una trentina di richiedenti asilo nel comune di Vittorio Veneto, divisi in piccoli gruppi in diverse sedi. Da Re sa bene quanto lo Stato passi per ogni profugo accolto: è una cifra che basta appena per assicurare il sostentamento del profugo, e deve anche coprire le spese del personale  che assiste le persone. In più la diocesi, attraverso la Caritas, sostiene  forti spese per attrezzare le case di accoglienza e far fronte a situazioni di profughi che non entrano nella convenzione con la prefettura di Treviso e sono a totale carico della Caritas. Queste spese sono affrontate attingendo al fondo dell’otto per mille diocesano e soprattutto contando sulle generose offerte di tanti cittadini che, privi di pregiudizi e animati da un profondo senso di solidarietà, apprezzano quanto sta facendo la Caritas diocesana. È così che si contribuisce a risolvere in senso umano il tremendo problema delle migrazioni,  e non alimentando paure e spargendo vergognose menzogne».

 


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