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29 marzo 2024

Treviso

PROVINCIA DI TREVISO E BELLUNO? LA SEDE DEVE ESSERE A VITTORIO VENETO

E la proposta del Pd non dispiace a Da Re

| Mauro Favaro |

| Mauro Favaro |

PROVINCIA DI TREVISO E BELLUNO? LA SEDE DEVE ESSERE A VITTORIO VENETO

TREVISO – “Vittorio Veneto deve diventare il capoluogo della nuova Provincia di Treviso-Belluno”. E' questa la proposta che si è levata dalle schiere del Partito democratico provinciale. Al centrosinistra, che non ha perso tempo, l'idea di accorpare le due Province non dispiace troppo. Anzi. Tanto che arrivano già a proporne la capitale. Con tanti saluti alle città di Treviso e Belluno.

“Alla luce del provvedimento che vedrà la Provincia di Treviso accorpata a Belluno – spiega Claudio Dus, consigliere provinciale – la sede politico-amministrativa naturale del nuovo ente deve essere a Vittorio Veneto, baricentro del nuovo territorio”. Possibile? Il primo a crederci, pur con mille cautele, è proprio il sindaco. “Potrebbe starci: non è certo un'idea da buttare – apre Gianantonio Da Re, primo cittadino ed ex segretario trevigiano della Lega – ma ora è un esercizio di fantasia: i problemi adesso sono più politici che geografici”.

Fantapolitica, quindi? Non proprio: c'è già il posto pronto. “Vittorio è già stata in predicato di divenire essa stessa capoluogo – precisa il consigliere comunale del Pd, Alessandro De Bastiani – esistono dei fabbricati, come villa Papadopoli, che bene si adatterebbero agli uffici della nuova Provincia”. Dallo stesso Pd, però, predicano calma. “Le Province andavano tutte trasformate in enti di coordinamento dei Comuni – spiega Franco Zanata – e quella della sede a Vittorio Veneto è una provocazione che sta a indicare quanti soldi si sono buttati via per il Sant'Artemio”.

Sede che ora Dus vedrebbe bene come polo tecnologico, universitario o campus di scuole superiori. Anche se Luca Zaia assicura che l'ex ospedale psichiatrico, forse la sua operazione più importante, non si svuoterà. “Ci ha consentito di risparmiare ed è stata votata all'unanimità – rimarca il governatore – il Sant'Artemio esiste e faremo in modo che continui a essere così”. Parole che per Alessio De Mitri, sernagiottiano ribelle del Pdl, sono fumo negli occhi. “Le Province andavano tutte abolite, non riorganizzate – sbuffa – speriamo che questo sia solo il primo passo”.

Mentre dopo i criteri sfornati dal governo Monti si ritrovano sulla stessa lunghezza d'onda, cosa piuttosto singolare, Leonardo Muraro e Luigi Amendola. “La pensiamo allo stesso modo, ma è solo un caso – ironizza il capogruppo di Sinistra Ecologia Libertà – non si può tagliare la rappresentanza dei cittadini con la scusa di risparmiare e ora speriamo almeno che le Province mantengano l'elezione diretta senza trasformarsi in un covo di nominati”.

 


| modificato il:

Mauro Favaro

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