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24 aprile 2024

Quote bionde

Categoria: Notizie e politica - Tags: quote rosa

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Emanuela Da Ros | commenti | (3)

Secondo me hanno sbagliato colore.

Secondo me, in Parlamento, dovevano puntare sulle Quote bionde.

Secondo me Renzino (ma non trovate che somigli vagamente a Vespa con tutti quei nei? Io non mi stupirei se conducesse una trasmissione dal titolo "Camera a Camera", con tanto di sigla iniziale e l'immancabile telefonata di Berlusconi), secondo me - dicevo - Renzino doveva insistere non sulla parità di genere, ma di decolorazione.

Perché - si sa (Howard Hawks insegna) - "gli uomini preferiscono le bionde". Pure in parlamento.

Dico: vuoi mettere una legge elettorale votata da una bionda? sarebbe tutta un'altra cosa. Se non altro in foto (che, poi, è quello che conta).

Dissertando su "Quote rosa", uno si spiazza, si disorienta. Quando mai il "rosa" è stato trendy? E poi di che rosa parliamo? Rosa pesca o rosa fucsia? Perché la differenza è abissale.

E comunque il rosa è un colore modesto. Anonimo. Fragile nella varietà delle sue tonalità. Un biondo mesciato, invece, ha una sua identità. Ed è trasversale all'emiciclo: da sinistra a destra transitando per il centro-diffuso si trovano chiome bionde. Persino la Rosy Bindi (che gode della mia stima, sia chiaro) volendo guardarla nel verso giusto non è canuta: è bionda sbiadita.

Insomma, è una questione di colore. E l'Italicum dovrebbe partire - brum brum - con delle tonalità almeno patinate.

Comunque, quel che è stato è stato. Le quote rosa sono sbocciate, ehm: volevo dire bocciate, e tutto va avanti. Si mette in marcia, avanza e vibra.

Già: avete letto che il consiglio provinciale di Bolzano ha messo in bilancio il costo di un vibratore e di un paio di sexytoys? Lassù sì che ci sanno fare. Coi denari dei contribuenti hanno fatto la spesuccia-pazza al sexy shop. Ora la Procura sta indagando: per chi era il vibratore? chi l'ha usato? quante volte?

Già: a Bolzano sono decisamente più avanti: non parlano di quote rosa, ma di quote-orgasmi (statalizzate, ovvio).



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Fossi una donna, mi vergognerei come un panda a supplicare di essere tutelata (nelle liste elettorali) per decreto. Ma par fortuna sò un OMO!

PS: O Graziosissima Direttora, mi pare che ultimamente stia derogando dalla sua classica prosa asettica, soft and politically correct per addentrarsi in ben più perigliosi campi minati. Non vorrà mica mettersi in competizione coi "like" della Signora Complottista?
Voglia gradire il mio incondizionato sostegno ed i più ammirati ossequi

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Caro direttore,
ma perchè parlare di colori così sgargianti come il biondo e il rosa? Non era meglio parlare del grigio, il colore di quella strana materia contenuta dentro la testolina degli esseri viventi? Non è forse il grigio che dovrebbe essere valutato, indipendentemente da chi ne possiede le connessioni nervose, per giudicare se una persona è meritevole o no di svolgere un certo lavoro?
Io credo che pensare a colori sgargianti sia solo un modo di non decidere, di massificare verso il basso, di non affrontare un problema molto più serio che riguarda l'assenza di meritocrazia. I colori sono miraggi, fate morgana, distolgono l'attenzione verso aspetti marginali.
Ecco perchè punterei al grigio, sebbene sia avvicinato alla noia. Esso è il colore che può salvare questo piccolo e marginale Paese.
Tuo affezionato Felix (anche se i nick name non ti piacciono, tu sai bene chi sono).

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Discutere di quote rosa e bionde ci fa dimenticare tutti i problemi irrisolti della politica locale generale, la situazione economica italiana. Ci mette in pausa. E intanto” i macchinisti” nei loro segreti incontri decidono per noi sulle cose importanti.
Intanto il sindacato CGIL di Treviso non riesce a portare al 50% dei posti del direttivo le donne che rimangono ferme al 40%. Viene in mente quando i partiti di sinistra non avevano più operai da mettere nelle liste elettorali perché la “classe operaia” si era nel frattempo imborghesita e non partecipava più.
Chi sceglierà, posto che ci siano, le donne da portare nelle varie Istituzioni? Il merito da tempo, da quando il partito non è più luogo di formazione politica, ha lasciato spazio all’età. Basterà essere donna per fare politica? Arriveremo che tutte le minoranze sociali, culturali di vario genere dovranno essere rappresentate nei consessi per legge?
Vi propongo due problemi che mi sembrano debbano attirare la vostra attenzione. Il primo di qualche anno fa e il secondo di questi giorni.
Il primo. “Nel mondo mancano 100 milioni di bambine
La notizia di qualche mese fa, Economist e il Foglio, è che 96 milioni di bambine mancano all’appello fra Cina e India e il rapporto maschi femmine è di 103/106 ogni 100 maschi. Se si aggiungono quelle “scomparse” in alcuni paesi dell’Est, le bambine salgono a 100 milioni. Una tragedia,figlia dell’aborto clandestino e di una pianificazione familiare imposta dallo stato insulsamente.

L’ONU dopo anni dopo anni di controverse politiche familiari ammette la tragedia di questo aborto come contraccettivo ( è di questi giorni pure la rivisitazione dei dati sul riscaldamento della terra a causa dell’uomo dopo l’emersione che i dati raccolti per sostenere tale concetto erano manomessi). Approfondite l’attività dell’ONU ( Contro l’ONU di Christian Rocca ed. Lindau € 13,50)”
Il secondo. “L’Onu inventa il “diritto al condom”. 24 linee guida per togliere alle famiglie l’educazione sessuale dei figli…….Adesso l’agenzia onusiana ha diffuso nuove linee guida, intitolate “Ensuring human rights in the provision of contraceptive information and services”, atte a “garantire un migliore accesso alle informazioni e ai servizi in materia di contraccezione” nel mondo. Tra le raccomandazioni – ha spiegato l’Oms da Ginevra – ci sono i programmi di “educazione sessuale completa e scientificamente esatta” da rendere obbligatori in tutte le scuole. 24 nuove raccomandazioni in cui compare un orwelliano e inedito “diritto alla contraccezione” fra i diritti umani fondamentali. Per la direttrice del dipartimento della salute riproduttiva dell’Oms, Marleen Temmerman, le scuole devono impartire corsi di educazione sessuale obbligatoria a partire dai dodici anni. Si dice che “poiché gran parte dei genitori non educa i figli a casa”, l’educazione sessuale deve avvenire nelle scuole. Il foglio del 14.3.c.a.”

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