"Il razzismo e l'odio di Salvini devono rimanere fuori da Treviso"
Django a porta Carlo Alberto costruisce un confine simbolico contro i leghisti
| Isabella Loschi |
TREVISO - “Il razzismo e l’odio di Salvini e di Zaia deve rimanere fuori da questa città. Treviso non è un feudo leghista”. Con queste parole ieri, la manifestazione organizzata dagli attivisti del centro sociale Django in piazzetta Aldo Moro, ha raggiunto in corteo porta Carlo Alberto, la porta che guarda il quartiere di Fiera, dove era in corso la festa della Lega. Qui hanno simbolicamente costruito un confine.
I manifestanti, sotto gli occhi attenti della polizia in tenuta anti sommossa, hanno costruito con una rete arancione, canne di bambù e del filo spinato, uno sbarramento, un “confine invalicabile a sessismo, razzismo, xenofobia e devastazione ambientale”, recita lo slogan del corteo.
Ad aderire alla manifestazione, oltre agli attivisti di Django anche le associazioni Non Una di Meno Treviso, il coordinamento studenti medi di Treviso, i sindacati Adl Cobas Treviso e alcuni esponenti dei partiti di opposizione.