16/04/2024nuvoloso

17/04/2024possibili temporali

18/04/2024pioggia debole e schiarite

16 aprile 2024

Nord-Est

Referendum, ecco cosa l'autonomia porterebbe ai veneti

|

|

Referendum, ecco cosa l'autonomia porterebbe ai veneti

 

Vignetta ad opera di Giovanni Bet, per Il Quindicinale

 

Comunque vada, sarà qualcosa di storico. Una parafrasi del famoso detto che sembra fatta su misura per il referendum del 22 ottobre sull’autonomia del Veneto. E’ infatti la prima volta che una regione utilizza lo strumento referendario nei confronti del Governo: se vincerà il “sì”, il Veneto impegnerà lo Stato ad aprire le trattative sull’intero contenuto degli articoli 116, 117 e 118 della Costituzione.

 

Tipologia ed “efficacia”. Si tratta – è utile chiarirlo – di un referendum regionale di tipo consultivo, che quindi non ha valore abrogativo. Semplicemente raccoglie una manifestazione di volontà degli elettori veneti. Un vezzo inutile, quindi? I sostenitori dell’autonomia dicono di no, essenzialmente per due motivi: in primis la trattativa con il Governo – lo stabilisce la Corte Costituzionale – non può iniziare prima del voto referendario.

 

In secondo luogo il referendum ha un certo effetto di condizionamento politico, basato anche sui numeri. Per questo il presidente del Veneto Luca Zaia, nell’intervista rilasciata al Quindicinale a maggio, aveva lanciato un appello al voto diretto a tutti i Veneti: “Questo referendum ha bisogno di essere plebiscitario non per il “sì”, ma per l’affluenza – aveva dichiarato – Altrimenti a Roma ci ridono in faccia. Quando vado a trattare, se mi presento con 5 milioni di veneti che hanno sentire il loro peso politico, si capisce che iniziamo a diventare un problema”.

 

Il cambiamento.E che cosa cambierebbe se il Veneto, dopo il referendum e una trattativa conclusa positivamente col Governo, diventasse autonomo? Secondo Zaia l’economia decollerebbe, con il Pil regionale che potrebbe schizzare di 2 punti. E poi ci sarebbe la tanto agognata questione fiscale, con i 9/10 delle imposte trattenute in Veneto.

 

Non si darebbero più 20 miliardi – questo sostengono i sostenitori del “sì” - a Roma, per averli invece disponibili sul territorio. Traduzione? Tasse più basse, aiuti alle imprese, scuola e sanità regionalizzate.

 

Non a tutti piace.Dal Pd gli attacchi sono stati tanti e forti. Il referendum è stato infatti definito a più riprese “inutile”, o addirittura “una truffa”. C’è chi, come il presidente del gruppo consiliare del Pd in Regione Alessandra Moretti, ha bollato l’iniziativa referendaria come uno strumento per rafforzare la leadership di Zaia all’interno della Lega e del centro destra.

 

E poi c’è il problema del costo di questo referedum, 14 milioni di euro: una cifra che ai dem proprio non va giù. La senatrice Pd Laura Puppato ha addirittura fatto un esposto alla Prefettura di Treviso per pubblicità ingannevole sul referendum, mentre altri due esponenti del partito (Graziano Azzalin e Alessandro Naccarato) hanno presentato un esposto alla Corte dei Conti per i costi legati alla pubblicizzazione del referendum, denunciandone anche la faziosità.

 

Ma c’è una voce fuori dal corso nel centro sinistra: è la deputata trevigiana dem Simonetta Rubinato, che ha costituito il comitato “Veneto vivo per il sì all’autonomia”.

 


| modificato il:

Dello stesso argomento

immagine della news

31/10/2017

Volantino contro il sindaco, parte la denuncia

Il primo cittadino di Miriam Giuriati ha denunciato gli autori di un volantino, a firma Lega Nord-Liga Veneta, con l'accusa di non essere andata a votare al referendum per l'autonomia del Veneto

vedi tutti i blog

Grazie per averci inviato la tua notizia

×