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19 aprile 2024

Nord-Est

Referendum, Puppato (Pd): "A favore dell'autonomia, ma contro le bugie. Mi asterrò"

La posizione della senatrice del Partito Democratico

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Referendum, Puppato (Pd):

Abbiamo chiesto alla senatrice del Partito Democratico Laura Puppato quale fosse la sua posizione sul referendum di domenica 22 ottobre, per l'autonomia del Veneto. Questa la risposta dell'esponente dem:

 

Una volta per tutte, la mia posizione non è contraria all’autonomia del Veneto, ma al modo fraudolento con cui è stata presentata la consultazione del 22 ottobre. Per cui mi asterrò dal voto. Come fare, infatti, a non vedere le tante falle del “progetto” referendario? Ho scritto progetto tra virgolette non a caso, perché qui quello che manca è proprio un progetto che vada oltre gli slogan.

 

Secondo quanti sostengono la necessità di votare sì, questo referendum servirebbe a dare un mandato forte al Presidente della Regione per trattare con il Governo per conferire maggiori competenze al Veneto. La prima cosa che mi sento di dire è che si doveva fare senza alcun referendum, come il Ministro Costa invitava a fare già a maggio 2016.

 

Il mandato politico derivava al Governatore dalla legge regionale 15/2014 e dal voto del 2015, quando tutte le principali coalizioni avevano inserito una maggiore autonomia tra i punti programmatici. La seconda questione riguarda la forza di questa delega, che ora verrebbe data in bianco, al Presidente della Regione. Anche volendo discutere al di fuori degli attuali assetti politici, quale forza volete che abbia una delega che potrebbe cambiare da un giorno all’altro?

 

Mettiamo che Luca Zaia cominci una trattativa per le competenze X e Y (lui dice che le vuole tutte, ma è una boutade che lui stesso sa non avere alcun senso) e dopodiché il suo governo cada e diventi Presidente un altro che decide che X e Y non gli interessano e vuole invece Z e T. 

 

Quest’ultimo potrebbe ricominciare tutto daccapo, avendo ereditato la delega a trattare con il Governo, delega senza alcun limite. È evidente agli occhi di tutti che il Parlamento non darà davvero alcun peso ad una delega siffatta, generica e senza proposte. Una delega da usare come arma contro il governo ma priva di serietà, prova ne siano i manifesti - denunciati a prefetto e Agcom - in cui si fa presumere all'elettore di poter ottenere deleghe impossibili come la giustizia o già in uso come la formazione professionale...

 

Davvero pochissima concretezza in questa consultazione di pura pubblicità pagata con 15milioni di denaro pubblico. I giornali e le TV peraltro, ringraziano.   Ecco che proprio l’assenza di un “progetto per”, porta a sviluppare un’ “autonomia contro”, contro Roma ladrona, contro le regioni sprecone del Sud, contro gli immigrati, contro chi volete voi, ognuno troverà un nemico.

 

È chiaro che nel Parlamento che dovrà approvare l’eventuale maggiore autonomia a maggioranza assoluta (lo dice la Costituzione, non Laura Puppato), sederanno deputati e senatori romani, siciliani, campani, etc… che quotidianamente si sentono dire quanto meglio staremmo noi senza di loro.

 

Saranno certo felici di favorirci...Mentre una corretta richiesta come quella avanzata nel solco della Costituzione dall'Emilia Romagna avrebbe certo minori difficoltà politiche, vista la serietà del lavoro svolto, senza attacchi.   Mancano dunque un progetto strutturato e forze politiche capaci di chiedere un’eventuale delega su un piano definito nei particolari (quella sì, avrebbe la forza di dare autorevolezza al tutto).

 

È quindi evidente a chiunque guardi con oggettività la realtà, che questo referendum e il contesto politico creatosi attorno possono risultare più dannosi che utili alla stessa causa veneta. Il mancato raggiungimento del quorum nel referendum sarà la dimostrazione che "il troppo stroppia", i Veneti intendono avere una regione seria e ben gestita, non amando farsi prendere per il naso.

 

Il fallimento del referendum è fondamentale, perché potrà essere la dimostrazione che i Veneti non si fanno prendere in giro e il punto di partenza di un percorso nuovo e serio, fatto con il coinvolgimento vero di cittadini e imprese e in un parallelo tavolo di lavoro che si coordini con lo Stato. Solo così arriveranno i risultati.

 


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