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19 marzo 2024

Treviso

Referendum su Autonomia del Veneto

Intervista all' on. le Simonetta Rubinato

| Pietro Panzarino - Vicedirettore |

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| Pietro Panzarino - Vicedirettore |

Referendum su Autonomia del Veneto

TREVISO - Il 22 ottobre 2017 si celebrò il referendum sull'Autonomia della Regione Veneto. In occasione del secondo anniversario, abbiamo intervistato Simonetta Rubinato, che di tale problema si è sempre fatto carica.

1) Oggi ricorre il secondo anniversario del referendum popolare della Regione Veneto per l'autonomia. In prima battuta, come valuti il l'operato del Governo Conte , in cui la Lega aveva una forza almeno paritaria con il Movimento 5 Stelle e il suo leader Matteo Salvini era Ministro degli Interni oltre che Vicepresidente del Consiglio e l'onorevole Erika Stefani, leghista e vicentina, era Ministro che gestiva i problemi dell'autonomia?

Va ricordato che l’azionista di maggioranza del Governo Conti1 era il M5S, il primo partito alle elezioni del 4 marzo di un anno fa che ha fatto il pieno di voti nei collegi del Sud. I ministri del M5S e lo stesso premier Conte hanno indubbiamente tirato il freno a mano sull’autonomia svolgendo il ruolo di “sindacalisti” del Mezzogiorno, o meglio delle classi dirigenti del Sud. Ma certamente la compagine della Lega doveva e poteva fare di più. Io credo che al momento del passaggio cruciale la ministra Stefani, cui vanno riconosciuti la passione e l’impegno profusi, sia stata lasciata sola dal vicepremier Salvini per ragioni di convenienza elettorale. Del resto il sovranismo non fa rima con federalismo.

 

2) Che ruolo ha svolto durante quei 14 mesi di Governo la Regione Veneto e il presidente Zaia? Come mai non è stato prodotto nessun passo formale sull'argomento autonomia?

Visto lo stallo assoluto che si è misurato già dai mesi precedenti la caduta del Governo Conte1, la gestione politica regionale del negoziato è risultata alla fine inefficace, nonostante il presidente Zaia potesse far valere la legittimazione che gli derivava da quasi 2, 3 milioni di voti di elettori veneti al referendum celebrato esattamente due anni fa da oggi.

Invece con la richiesta iniziale dei 9/10 del gettito fiscale del territorio il presidente Zaia ha dato il pretesto alle classi dirigenti del Sud per gridare alla secessione dei ricchi (pura falsità, peraltro). Va in ogni caso riconosciuto che senza il referendum voluto dal Veneto oggi neanche la Lombardia e l’Emilia Romagna starebbero a discutere di autonomia differenziata e sul piano tecnico la mole di lavoro svolto dalla delegazione trattante per la Regione è stata notevole, tra l’altro in un campo del tutto inesplorato ed osteggiato da apparati e poteri centrali.

Non possiamo infatti ignorare quanto affermato dal prof. Bertolissi, ovvero di non aver mai visto una controproposta scritta da parte dei ministeri alle proposte avanzate dalla Regione Veneto.

Dico quello che penso: l’autonomia differenziata prevista dall’art. 116, terzo comma, della Costituzione è lo strumento per realizzare dal basso la riforma dell’organizzazione dello Stato e dei livelli di governo, per riequilibrare il rapporto tra cittadini-contribuenti e apparati pubblici, per mettere sotto controllo la spesa pubblica e migliorare i servizi pubblici. Insomma l’inizio di un cambiamento strutturale che molte classi dirigenti ed élite parassitarie, favorite dall’attuale sistema centralista, assistenzialista, opaco e inefficiente, cercano di impedire per la propria conservazione.

 

3) Il nuovo Governo Conte2 ha cominciato ad entrare all'interno del problema. Il Ministro Boccia è venuto a Venezia, per discutere col presidente Zaia, oggi ha incontrare una delegazione della Regione Veneto... Come giudichi questi primi passaggi?

Ho appreso con piacere l’annuncio del ministro Francesco Boccia sulla ripresa dei negoziati tra il Governo e la Regione Veneto. Anche se ho dubbi sulla legittimità della legge quadro. Infatti nel documento conclusivo approvato all’unanimità in Commissione Bicamerale Affari Regionali il 6 febbraio 2018 in merito all’Indagine conoscitiva sull'attuazione dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione, a pag. 17 si riporta l’autorevole opinione del professor Mangiameli: “l’art. 116, terzo comma, Cost. disciplina una fonte legislativa atipica e rinforzata, per cui sarebbe un fuor di luogo una legge ordinaria di attuazione di una legge di questo tipo. Non va dimenticato, infatti, che il sistema delle fonti primarie si deve considerare chiuso a livello costituzionale, per cui non residua alcuno spazio di disciplina per dette fonti da parte di fonti pari o sotto ordinate”.

Dunque attendo di leggere i contenuti di questa legge quadro per capire se è utile per attuare la norma costituzionale o solo per prendere tempo.

Sulla base delle dichiarazioni di Boccia che ho letto sui giornali le Regioni che hanno chiesto più autonomia “avranno più funzioni e responsabilità amministrative”, dunque non più competenze legislative, che sono invece l’essenza dell’autonomia. Inoltre la legge quadro servirebbe a stabilire che “nella ripartizione dei fondi pluriennali di investimenti, gestiti dai ministeri, una quota deve essere assegnata prioritariamente alle aeree meno sviluppate”. Dunque il Governo fa una norma per se stesso, per dire ai ministeri di attuare con i propri fondi la perequazione tra territori, perequazione che da sempre è competenza esclusiva dello Stato? Che c’entra tutto ciò con l’autonomia differenziata?”.

 

4) Tu hai fondato l'associazione Veneto Vivo, che in questa settimana sta promuovendo diverse iniziative sull'autonomia. Quali sono gli elementi essenziali, per conoscere con dati alla mano questa realtà e la sua presenza nel Trevigiano, nel Veneto ed, eventualmente, anche fuori della nostra Regione?

L’Associazione Veneto Vivo nasce dal basso, senza affiliazioni politiche, né grandi sponsor, come spazio di libero confronto politico-culturale per rappresentare l’aspirazione all’autogoverno che gli elettori del Veneto hanno espresso con il referendum del 22 ottobre 2017 e insieme rilanciare il progetto di riforma federale della Repubblica e quello di integrazione politica europea, perseguendo una diversa e più efficace articolazione dello Stato sia nel rapporto con le Autonomie territoriali, sia con l’Unione Europea, secondo il principio di sussidiarietà.

Siamo tutti volontari e in circa un anno e mezzo dalla sua nascita abbiamo costituito dei rappresentanti ed aderenti in tutte le province del Veneto, dialogando anche con altre associazioni e movimenti che lavorano sui territori e condividono gli stessi valori, in particolare quelli dell’autonomia/autogoverno delle comunità, quelli della libertà e della responsabilità delle persone.

Sul sito www.associazionevenetovivo.com si trovano tutte le iniziative che abbiamo realizzato e quelle che stiamo organizzando in questa settimana. Stiamo anche dialogando con movimenti civici fuori dal Veneto, come ad esempio il movimento civico Noi per l’Alto Adige.

 

5) L'anno prossimo ci sarà il rinnovo del Consiglio Regionale del Veneto. È facile immaginare che Veneto Vivo possa/debba partecipare alla competizione... Che tipo di impegno, in qualche modo, potrai/dovrai dare per quell'appuntamento?

Visto lo stallo in atto sull’autonomia e i timori/resistenze di tutti i partiti nazionali (la stessa Lega non è più il partito federalista ispirato a Gianfranco Miglio) servirebbe al Veneto un partito di raccolta trasversale dei voti che metta al centro l’obiettivo della massima autonomia prevista dalla Costituzione.

Già Bisaglia aveva pensato a suo tempo a una DC veneta sul modello della CSU bavarese. Oggi non c’è ancora, ma credo sia importante la costituzione di un fronte unitario tra diversi soggetti e movimenti politici con l’obiettivo dell’autogoverno della società veneta in linea con l’art. 5 della Costituzione, che come scriveva negli anni ‘70 il costituzionalista Giorgio Berti ha “una carica rivoluzionaria”, sino ad oggi disattesa, ma quanto mai attuale per il tempo della globalizzazione che oggi viviamo, che richiede di rafforzare i poteri delle comunità locali sia per fare da contrappeso all’espansione del mercato, sia per costruire percorsi di inclusione preservando l’identità culturale delle persone.

Per questo progetto politico sarei disponibile ad impegnarmi alle prossime elezioni regionali, non invece per il mero obiettivo di avere un posto in Consiglio regionale.

pietro.panzarino@oggitreviso.it

 


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