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19 aprile 2024

Treviso

Richiedenti asilo non possono partecipare al Fuorisalone: la Prefettura nega il permesso a due profughi di Treviso

Talking Hands: "Persa una grande opportunità di formazione e di inclusione per i ragazzi"

| Isabella Loschi |

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| Isabella Loschi |

Richiedenti asilo non possono partecipare al Fuorisalone: la Prefettura nega il permesso a due profughi di Treviso

TREVISO - Due ragazzi, autori dell’opera collettiva in mostra al Fuorisalone di Milano, non hanno potuto essere presenti all’inaugurazione. Entrambi richiedenti asilo, ai due ragazzi che hanno partecipato alla realizzazione del progetto Talking Hands - Con le mani mi racconto con la mostra Design Collisions (Cascina Cuccagna 5-7 aprile 2019, Milano), è stato negato dalla Prefettura di Treviso, il permesso di allontanarsi anche per un solo giorno dalla struttura di accoglienza ex caserma Serena.

I due ragazzi a cui è stato negato di partecipare all'inaugurazione della mostra a Milano, sono ospitati da ormai 3 anni presso l’ex caserma Serena. La decisione è stata accolta con amarezza e delusione dai promotori di Talking Hands, l’opificio di Treviso all'interno dell'ex caserma Piave, che negli ultimi anni si è rivelato un importante strumento d’inclusione sociale.

"I due ragazzi  - spiega Talking Handssi sono visti negare da parte della Prefettura di Treviso, l’autorizzazione all’allontanamento dalla struttura di accoglienza per tre giorni, da venerdì 5 a domenica 8 aprile, pur avendo presentato tempestiva e documentata richiesta e poi anche per la sola notte del 5 aprile come richiesto in una seconda domanda per consentire di partecipare almeno all’anteprima della mostra". Uno dei ragazzi a cui è stato negato di partecipare all’inaugurazione era tra coloro che avrebbero dovuto raccontare l’iter progettuale dell’opera in mostra.

"La partecipazione a tale evento evidentemente avrebbe costituito una grande opportunità di formazione e di crescita professionale anche per il risalto mediatico che è stato dato al progetto stesso ed alle opere realizzate, tra gli altri, anche dai due ragazzi in questione e che si è guadagnata anche un “post” da Alice Rawsthorn, critica del design e firma del New York Times Un faro per chi nella cultura del progetto vede un driver potente dei cambiamenti sociali e non soltanto la disciplina del prodotto, degli interni, dei servizi".


"Spiace dover constatare che l’impedire ai due ragazzi di partecipare ad un evento così importante quale quello milanese - sottolineano - va contro la finalità di inclusione sociale cui dovrebbe tendere l’accoglienza del richiedente asilo nei Cas (centri di accoglienza straordinaria) così come negli ormai ex Sprar. Spiace ancor più se si considera che il progetto del quale fanno parte i due ragazzi da ormai diversi anni non è tra le attività “imposte” dal centro di accoglienzama costituisce una precisa scelta svolta in autonomia dai ragazzi e comporta anche la compromissione di occasioni di lavoro". 

 

 


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Isabella Loschi

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