In ricordo di Roberto Miron

Uno dei “grandi” ristoratori trevigiani se n’è andato, rendendo più povera la cucina trevigiana

| Giampiero Rorato |

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NERVESA DELLA BATTAGLIA - Uno dei “grandi” ristoratori trevigiani se n’è andato, rendendo più povera la cucina trevigiana (qui la notizia).

Roberto Miron, uomo semplice, discreto, serio, competente, affabile e grande lavoratore ci ha lasciato quando ancora aveva molti consigli e molti insegnamenti da offrire, frutto del suo lungo lavoro in cucina, accanto a sua moglie, la bravissima Mariangela, troppo presto rapita alla vita dieci anni fa.

Roberto era in pratica un autodidatta, un sapiente autodidatta, stimato e ammirato da quanti seguivano con interesse lo sviluppo della gastronomia e della ristorazione trevigiana.

E quando, nato il Gruppo Ristoratori Trevigiani, Giuseppe Maffioli suggerì di dividerlo in sottogruppi, Roberto mese al servizio dei colleghi la sua competenza e nacque il Cocofungo, (copyright di Fernando Raris che ne fu per anni la guida sapiente e ascoltata), per sviluppare e rilanciare una tradizione che aveva avuto come straordinario pioniere il grande Leone Agnoletti. Roberto Miron, cuoco e micologo, assieme a Gigetto Bortolini e a Onorio Barbesin, cui s’aggiunsero subito altri ristoratori trevigiani, diede inizio a una nuova stagione della cucina veneta, oltre che trevigiana.

Le serate del “Cocofungo” da Miron, attentamente studiate e meticolosamente preparate, cui partecipavano gourmet, accademici e altre personalità che arrivavano anche da molto lontano, erano sempre una godibile scoperta, gastronomica e culturale e anche se i funghi del Montello andavano progressivamente diminuendo e bisognava ricorrere lontano, la cucina di Roberto e Meri era sempre all’apice per attenta scelta della materia prima, per seria creatività, per equilibrio, per bontà, tanto che nel suo locale di Nervesa i buongustai arrivavano tutto l’anno per gustare la sua celebre zuppa di funghi, i suoi felici accostamenti (funghi e …) le sue straordinarie invenzioni.

I tempi cambiano, è vero, ma la base solida e duratura della cucina trevigiana, che negli anni d’oro attirava nella Marca un forte turismo gastronomica, va ascritta a personaggi come Roberto Miron. Lino da Solighetto, Onorio Barbesin e pochi altri.

Ho fiducia che la cultura gastronomica e operativa di Roberto e Meri continui ad alimentare la cucina trevigiana, a cominciare dai figli Andrea che ha ereditato il ristorante dei genitori ed Enrica che ha un suo ristorante a Conegliano, ma, essendo prezioso patrimonio della cultura gastronomica e ristorativa trevigiana alimenti anche le nostre importanti Scuole alberghiere, che da personaggi come Roberto Miron hanno molto da imparare.
 

 



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