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19 aprile 2024

Benessere

A ridurre la fame e la circonferenza cosce? Ci pensa la liquerizia

Uso medico (e abuso) della radice dall'antichità ai giorni nostri

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A ridurre la fame e la circonferenza cosce? Ci pensa la liquerizia

La liquerizia deriva il suo nome dal greco (radice dolce). La liquirizia può essere consumata da sola o essere un ingrediente di svariati prodotti (sotto forma di radice, estratto condensato, creme, lozioni, dentifrici, lavande, prodotti lassativi, etc). L’uso medico della radice della liquerizia (glycyrrhiza glabra) risale a tempi antichissimi. La liquerizia era utilizzata dai cinesi già 5000 anni orsono ed era nota agli, agli Assiri e agli egiziani. Nella tomba di Tutankhamon la radice è stata trovata come uno degli alimenti necessari per il viaggio agli inferi. Teofrasto (terzo-quarto secolo avanti Cristo) nel suo libro “De historia plantarum” riferisce come gli Sciti fossero in grado di attraversare il deserto senza bere per 12 giorni, nutrendosi solo di radici di liquerizia. Lo stesso Teofrasto prescriveva la radice come cura per molte malattie come la tosse e le malattie respiratorie in genere. Nei secoli successivi l’uso della liquirizia viene consolidandosi e Dioscoride inserì la liquirizia nelle sostanze medicamentose più importanti.

 

Nel primo secolo dopo cristo Plinio propone la liquirizia come lenitivo della fame e della sete, come cura per l'asma e ancor più interessante la propone per la cura della sterilità delle donne, uso che era già stato propostoo dai cinesi molti secoli prima. Un altro impiego importante evidenziato dallo stesso autore è la terapia dei condilomi e delle ulcere genitali. L’uso continuò nei secoli successivi e ad esempio Marcello Empirico la consigliò per le patologie dei polmoni, dello stomaco, in caso di febbri. Lo stesso autore conferì alla radice anche proprietà diuretiche.

 

La scuola salernitana, una delle più importanti del medio evo, indicava diversi impieghi della liquirizia come nelle malattie delle vie respiratoria e nelle affezioni dei reni. Anche nella cultura araba la liquerizia trova il suo spazio e Avicenna la propone per le affezioni delle vie respiratorie, per la cura delle ferite, per le ulcere e per le patologie vescicali.

Nel tredicesimo secolo nacquero le prime coltivazioni delle piante medicinale e la liquirizia venne coltivata a Bamberg in Germania nel 15° secolo e in Inghilterra nel 16°. La conoscenza e l’uso della radice continuarono nei secoli successivi e quindi si può dire che la liquirizia abbia mantenuto un posto importante come pianta dotata di proprietà curativa nel corso dei secoli. Tutte le osservazioni tramandate dagli autori precedenti sono state interpretate nell’era moderna mediante verifica scientifica.

 

La liquirizia attualmente non è solo nota come edulcorante il suo estratto o qualcuno dei suoi principi attivi sono inseriti in numerosi prodotti farmaceutici per sfruttarne le note proprietà mediche.

L’interesse mia e dei miei collaboratori per la liquirizia nasce all’inizio degli anni 70, partendo dall’osservazione di numerosi casi di importante ipertensione dovuta all’uso esagerato dell’estratti puro del commercio. Nella storia di tutti gli ipertesi si deve sempre indagare sull’uso della liquirizia o di composti analoghi. Una delle tipiche situazioni di ipertensione causata dalla liquirizia era legata al suo abuso nel tentativo di favorire la desuefazione dal fumo e molti pazienti arrivavano alla nostra osservazione con grave ipertensione e deplezione di potassio. In altri casi la liquirizia era una delle sostanze aggiunte al tabacco nelle preparati da masticare. Tale intossicazione ha necessitato il ricovero in molti casi, per il quadro morboso impegnativo.

La causa dell’ipertensione da liquirizia risale al fatto che la radice contiene l’acido glicirrizico che nello stomaco e intestino si trasforma in acido glicirretinico, una sostanza in grado di trattenere sodio e acqua e di far perdere potassio a livello renale mediante. Tale effetto è mediato da due meccanismi. Il primo meccanismo è legato al fatto che l’acido glicirretinico mima l’azione dell’aldosterone che è un potente ormone surrenalico che regola la pressione, il metabolismo dell’acqua, del sodio e del potassio e la risposta infiammatoria. Il secondo meccanismo è legato all’azione dell’acido glicirretinico su un enzima che nel rene regola la funzione dell’aldosterone e del cortisolo. La conseguenza di tale proprietà dell’acido glicirretinico è un effetto ritentivo di sodio e di acqua e una spiccata ipertensione causata da questi due meccanismi.

 

LA CONFERMA SCIENTIFICA DELLE OSSERVAZIONI DEGLI ANTICHI

Teofrasto e gli Sciti e la morte di Eraclito

L’ effetto ritentivo di acqua e sale della radice spiega l’osservazione di Teofrasto sulla sopravvivenza degli Sciti, popolazione nomade che occupava la zona dal Mar Nero agli Urali, e il rincontro della radice nella tomba di Tutankamen. Il fatto che la liquirizia faccia trattenere acqua e sodio e riduca la sete, spiega come gli Sciti fossero in grado di sopravvivere nell’attraversata del deserto e come Tutankamen fosse stato in grado di fare il tragitto dalla tomba agli inferi. Un altro possibile esempio di tale effetto è la possibile causa della morte di Eraclito. In un recente lavoro abbiamo ipotizzato che la morte di Eraclito fosse dovuta a intossicazione da liquerizia. Lo storico che ne descrive la vita riferisce che ad un certo punto Eraclito si ritirò nel deserto vicino a Pergamo in Asia Minore ove si nutri solo di radici e si gonfiò in modo così importante che alla fine morì. Il gonfiore potrebbe essere legato all’azione delle radici di trattenere acqua e sodio. Tale effetto negativo è stato sfruttato in modo positivo agli albori dell’endocrinologia all’inizio-metà 1900 dai pazienti con morbo di Addison che trovavano beneficio dall’assunzione di liquerizia. Tali pazienti hanno una carenza sia di aldosterone che di cortisolo e come conseguenza perdono acqua e sale. In tale periodo non era ancora nota che la malattia di Addison fosse dovuta ad un insufficienza delle ghiandole surrenali, ma tali pazienti potevano sopravvivere mangiando regolarmente la radice della liquerizia in quanto senza saperlo assumevano dei composti che mimavano sia ‘azione del cortisolo che dell’aldosterone, ormoni indispensabile per la vita.

 

La medicina cinese, Plinio e la sterilità delle donne In studi recenti abbiamo dimostrato come l’acido glicirretinico, principio attivo della liquerizia, sia in grado di ridurre i valori ematici del testosterone. Nel maschio tale riduzione non ha un effetto pratico dato che il maschio ha valori elevati dell’ormone e la riduzione non è tale da dare riscontri clinici, ma nella donna è noto che un eccesso di ormoni maschili sia causa non solo di irsutismo e acne, ma anche di ridotta fertilità. Una situazione del genere si manifesta in donne con sindrome dell’ovaio policistico che interessa il 10% delle donne in età fertile.

La liquirizia quindi potrebbe essere proposta per questo impiego particolare ma si deve sempre tener presente l’effetto ipertensivo. In uno studio recente abbiamo dimostrato che l’associazione di un diuretico ad azione antiandrogena (lo spironolattone) associato alla liquerizia possa essere una terapia ideale per la sindrome dell’ovaio policistico (l’effetto diuretico dello spironolattone viene bilanciato dall’effetto opposto della liquirizia, mentre l’effetto antiandrogeno viene potenziato).

Tale associazione non è solo in grado di migliorare l’aspetto estetico (peluria acne pelle grassa etc), ma anche migliora il tasso di ovulatorietà, in parte impedito dall’eccesso di androgeni. L’effetto antiandrogeno è stato anche evidenziato usando creme contenenti l’acido glicirretinico, in quanto la sostanza è in grado di ridurre l’azione del testosterone a livello cutaneo bloccandone i recettori e anche riducendone la concentrazione locale. Esistono in commercio preparati in crema che sono efficaci sull’acne e irsutismo, naturalmente se associati ad un’adeguata terapia per via orale. L’effetto antiandrogeno della liquirizia è anche usato per la terapia della caduta dei capelli, che molto spesso è dovuta all’eccessiva azione degli androgeni sulla parte del cuoio capelluto sensibile agli stessi, Alcuni prodotti del commercio per tale patologia contengono anche l’acido glicirretinico. In studi recenti abbiano anche documentato come l’acido glicirretinico abbia la proprietà di migliorare la motilità dello sperma riducendo l’effetto infiammatorio.

 

Liquerizia e terapia dei condilomi e ulcere

La liquerizia veniva usata dai tempi antichi per curare le ulcere, i condilomi e le patologie vescicali, respiratorie e urinarie. Tale effetto ora trova la spiegazione scientifica sulla base di studi che hanno evidenziato come l’acido glicirretinico sia un potente stimolatore della risposta immunitaria e abbia anche azione intrinseca anti batterica, anti fungina e antivirale. In Asia la liquirizia è usata nella terapia dell’epatite e di altre virosi in particolare le infezioni virali dell’occhio trovano rimedio con colliri contenenti l’acido glicirretinico. Di recente è stato posta in commercio la liquirizia deglicirrizinata un prodotto derivato dalla liquirizia ma senza acido glicirrizico, che non ha quindi azione ipertensiva e che viene sperimentato nell’epatite B e in altre situazioni morbose. Tale derivato in ogni caso non ha ancora abbastanza validazioni scentifiche. L’azione anti fungina è anche apprezzabile e utile. In uno studio recente abbiamo dimostrato come l’acido glicirretinico sia in grado di rallentare la crescita della candida nel secreto vaginale e alcuni prodotti del commercio con tale indicazione la contengono.

 

La liquirizia è efficace anche nelle patologie infettive respiratorie come antibatterico. Un uso noto da millenni è quello per le gastriti. Tale effetto positivo potrebbe essere legato al’effetto antibatterico sull’helicobacter pylori. Un derivato dell’acido glicirretinico, il crabenoxolone è stato usato per decenni come farmaco per le ulcere gastriche e le gastriti anche se il suo uso prolungato provocava una grave ipertensione in molti casi.

 

La liquerizia riduce la fame. Tale osservazione degli antichi trova la sua spiegazione ora, sia per l’ovvio effetto della liquerizia sull’appetito dato il piacevole aroma e l’azione rinfrescante a livello orale, sia anche perchè la liquerizia ha un effetto diretto sul grasso. Abbiano dimostrato che l’acido glicirretinico è in grado di ridurre la disponibilità di cortisolo negli adipociti riducendone il volume. In un altro studio abbiano dimostrato che la sostanza, se usata in crema, ha anche un azione tipica sulla riduzione della circonferenza delle cosce e sulla composizione generale del grasso. Nel ostro studio non si è rilevato un effetto sistemico per uso limitato alle zone interessate dall’adipe.

 

La liquerizia è utile per i calcoli renali e vescicali. Tale uso degli antichi è più difficile da spiegare in modo scientifico ma una possibilità è quella che la liquerizia cronicamente possa aumentare la diuresi pur facendo trattenere acqua e sale. Tale effetto è noto per l’aldosterone ed è un meccanismo di difesa producendo a livello del rene un azione di blocco della ulteriore ritenzione di acqua. Altri usi della liquerizia :La liquerizia in studi più recenti ha anche un’ azione similestrogenica dovuta alla presenza nella radice della glabridina una sostanza ad azione estrogenica. La glabridina potrebbe anche spiegare l’effetto della liquerizia nel ridurre la prevalenza di disturbi mestruali frequebnti durante la terapia con spironolattone nella sindrome dell’ìovaio policistico.

 

La liquerizia viene anche usata come sbiancante per le macchie cutanee, per le afte, le dermatiti, nella psoriasi. Tutti questi effetti sono legati all’attivazione del cortisolo a livello cutaneo.

Come si potrebbe usare la liquerizia come farmaco? Il problema di fondo nella medicina tradizionale è che si hanno a disposizioni dei prodotti la cui composizione è eterogenea a meno che non si sintetizzino costanze pure. Nel nostro caso ogni componente della liquirizia potrebbe avere un effetto diverso sull’organismo oppure la risposta potrebbe variare da persona a persona. L’uso della liquirizia per il trattamento di patologie dovrebbe essere prescritto dal medico che conosce sia le proprietà benefiche della liquerizia ma anche il rischio di tale terapia. Il rischio più concreto è quello sull’apparato cardiovascolare (ipertensione riduzione del potassio, stanchezza etc).Tale evenienza non è sempre correlata con la dose di liquirizia usata ma fattori individuali si associano che rendono una persona più o meno sensibile alla liquerizia. Vi sono pazienti che sviluppano ipertensione anche con dosi modeste e altri che non hanno effetto ipertensivo con dosi elevate. L’importante è che sia il medico che il paziente conoscano tali problematiche. L’uso tipico in quantità moderate si è visto non dare effetti indesiderati ma in casi particolari che applicano una crema di liquirizia su tutto il corpo si potrebbe avere un assorbimento importante che causa l’ipertensione. Una dimostrazione chiara di tale concetto è la terapia dell’acne e dell’irsutismo con liquirizia e spironolattone che non solo migliora l’effetto estetico ma anche regola meglio il ciclo che con lo spironolattone da solo che può dare delle perdite a metà ciclo.

 

In conclusione la radice della liquirizia continua a poter essere considerata un’erba medica efficace ma deve essere manipolata dal medico per questi usi e il paziente che la usa deve conoscerne i rischi che del resto sono chiaramente evidenziati sulle confezioni del commercio. La liquerizia non è disponibile in molti paesi proprio per le limitazioni note del suo uso. I certi paesi viene utilizzata in quantità sicure come in Germania, associata a prodotti edulcoranti . Vorrei concludere ringraziando i miei collaboratori che mi hanno aiutato in modo concreto nell’esecuzione di tali studi e nella ricerca storica e in particolare la dottssa Cristina Fiore, Luciana Bordin e Gabriella Donà.

 

Prof. Dr Decio Armanini Università di Padova

 



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