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16 aprile 2024

Italia

Riforme: la Camera approva

Renzi: "Grazie a chi sogna un'Italia più forte"

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Riforme: la Camera approva

Il Senato ha approvato il ddl Boschi con 179 sì. I voti contrari sono stati 17 e 7 gli astenuti.

"Grazie a chi continua a inseguire il sogno di un'Italia più semplice e più forte: le riforme servono a questo #lavoltabuona" ha scritto su Twitter il premier Matteo Renzi.

"Semplicemente una bellissima giornata. Per noi ma soprattutto per l'Italia. Grazie a chi ci ha sempre creduto. È proprio #lavoltabuona" ha twittato anche il ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi.

Del referendum sulla riforma costituzionale "non ho paura - ha poi detto Boschi intervistata al Tg1 - credo che gli italiani sapranno scegliere" tra chi chiede un'Italia "più moderna, più semplice e chi vuole rimanere ancorato al passato". Per il ministro, "non c'è strumento più democratico del referendum, saranno loro, gli italiani, a decidere" sul destino della riforma costituzionale.

Con il via libera alla riforma costituzionale "avremo un'Italia più semplice", ha spiegato, con "meno poteri alle ragioni, meno soldi ai consigli regionali, meno indennità per i senatori - saranno solo 100 e non pagati - e soprattutto tempi certi per l'approvazione delle leggi, come avviene nel resto d'Europa. Non assisteremo più al ping pong tra un ramo e l'altro del Parlamento".

Il voto in Aula è avvenuto tra le proteste dell'opposizione. I senatori del Pd Corradino Mineo, Walter Tocci e Felice Casson hanno annunciato il loro voto in dissenso.

I senatori di Forza Italia non hanno partecipato al voto finale e hanno lasciato l'emiciclo alla spicciolata. In dissenso dal gruppo Riccardo Villari e Bernabò Bocca, che hanno annunciato voto a favore.

Anche Sel non ha partecipato al voto finale sul ddl Boschi. Con le riforme "il Senato sarà del tutto marginale - ha scandito in Aula Loredana De Petris - allora tanto valeva chiuderlo".

"Usciremo dall'Aula subito dopo la nostra dichiarazione di voto coerentemente con quanto detto fin dall'inizio - ha detto il presidente dei senatori della Lega Nord, Gian Marco Centinaio - Queste riforme sono vergognose e sono il frutto di un asse malefico tra Renzi e Verdini. Noi siamo fatti di un'altra pasta".

I senatori della Lega hanno lasciato l'Aula subito dopo la dichiarazione finale di Roberto Calderoli. Il vice presidente del Senato, annunciando l'abbandono dei lavori, ha indicato all'Aula il passato, con la copia della Costituzione, e il futuro, simboleggiato da una boccetta di olio di ricino. Tutti i senatori del Carroccio, quindi, hanno abbandonato l'Aula in fila indiana.

Anche i senatori M5S hanno abbandonato l'Aula, durante le dichiarazioni di voto finale. Sui loro banchi i senatori hanno lasciato un foglio bianco, prima dell'intervento del presidente emerito Giorgio Napolitano, 'disturbato' dal senatore azzurro Domenico Scilipoti, con un altro foglio, ma con la scritta '2011', anno della caduta del governo Berlusconi. Durante l'intervento di Napolitano anche i senatori di Fi hanno abbandonato l'Aula.

I senatori M5S sono poi rientrati per la dichiarazione di voto finale sulle riforme da parte del capogruppo Gianluca Castaldi. Quando ha iniziato a parlare, i senatori pentastellati hanno tappezzato i loro banchi con bandiere tricolori ricavate da fogli rossi, bianchi e verdi. Al termine dell'intervento di Castaldi, i senatori M5S, levando in alto il loro tesserino per il voto, hanno di nuovo abbandonato l'Aula, non partecipando così alla votazione finale sul ddl Boschi.

In un post su Facebook è intervenuto il presidente del Senato, Pietro Grasso, non entrando nel merito della riforma. "Alcuni mi hanno accusato di essere 'schierato' con la maggioranza, altri di essere 'il leader delle opposizioni'. In coscienza - ha sottolineato - posso dire che in un clima così infuocato ho fatto di tutto per rimanere imparziale senza lasciarmi condizionare dalle ragioni degli uni o degli altri". Grasso ha anche ricordato che "una volta terminato l'iter parlamentare, saranno i cittadini a decidere, attraverso il referendum, se questa sia o meno una buona riforma della nostra Costituzione".

 



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