RINVIATO IL PROCESSO: IL DECRETO DI CITAZIONE NON E' TRADOTTO IN CINESE
Un'immigrata cinese è accusata di violazione della legge Bossi-Fini
Revine Lago - Rinviato il procedimento a carico di una 33enne cinese, Jincui Zhou, accusata di violazione della legge Bossi-Fini. Il motivo è la mancata traduzione in cinese del decreto di citazione a giudizio. L'immigrata, titolare dell'omonima impresa tessile che si trovava nel capannone della ex Cerbul a Revine Lago, era stata accusata, secondo gli accertamenti dei carabinieri nello scorso gennaio, di aver dato occupazione a cinque connazionali che non erano in possesso di regolare permesso di soggiorno per lavoro subordinato. Il giudice per le indagini preliminari di Treviso aveva così emesso un decreto penale di condanna contro il quale la cinese aveva presentato opposizione. Ieri il caso è finito all'esame del giudice Deli Luca di Conegliano. Dal momento che il decreto di citazione e altri atti non erano stati tradotti in cinese, il diritto alla difesa dell'imputata, che non capirebbe l'italiano, sarebbe stato leso. L'istanza della difesa è stata accolta e il giudice ha disposto la traduzione in cinese degli atti giudiziari, rinviando il procedimento all'8 aprile 2009.