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24 aprile 2024

Treviso

"Ritirate la mozione contro l'aborto"

Vendrame (Cgil) contro il sindaco Conte: “L’amministrazione sia inclusiva e coerente con le scelte fatte"

| Isabella Loschi |

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| Isabella Loschi |

TREVISO - “Chiediamo al sindaco Mario Conte di dare un segnale chiaro di inclusione e di coerenza intervenendo affinché la mozione presentata dal consigliere comunale Vittorio Zanini venga ritirata”. Queste le parole di Giacomo Vendrame, leader della Cgil provinciale, intervenuto in merito alla mozione antiaborto e famiglie omogenitoriali che in questi giorni ha acceso la polemica e urtato le diverse sensibilità dei cittadini trevigiani.

“La mozione va ritirata – afferma senza giri di parole il segretario generale del sindacato – con senso di responsabilità, nel rispetto delle donne e delle diverse sensibilità che compongono la società trevigiana quella non è una pagina da scrivere per un’amministrazione comunale che si dichiara moderata, moderna e rappresentativa di tutte le istanze della comunità del capoluogo. Non basta modificare la mozione – aggiunge Vendrame –, se il sindaco Conte vuole essere coerente con le sue dichiarazioni elettorali e con le scelte amministrative recentemente fatte, quel testo va stralciato. O dobbiamo dedurre che per il governo cittadino questi presupposti, anacronistici ed estremisti, rappresentano una priorità di carattere amministrativo? Sebbene proprio di amministrativo ci sia ben poco in quelle raccapriccianti righe, in particolare alla luce del fatto che nessuna misura concreta a sostegno delle famiglie, né economica né progettuale, vi è inserita”.

“Come il Comune di Treviso è uscito dalla Rete Re.A.Dy. adducendone l’inconsistenza di fronte alla già sufficiente normativa nazionale e regionale in materia di lotta alla discriminazione – continua Vendrame-, coerentemente, non dovrebbe dare spazio a tali posizioni, divisive per altro, che intervengono in campi non attinenti al proprio agire amministrativo e che, tra l’altro, travisano la realtà”. Vendrame evidenzia poi il problema della carenza di medici e personale sanitario non obiettore di coscienza.

“Nella nostra provincia – spiega il leader Cgil –, i ginecologi obiettori sfiorano il 78% del totale (2 punti in più della media regionale), con i casi eclatanti di Treviso e Castelfranco Veneto dove la percentuale tende al 90%. E a questi si sommano gli anestesisti (con percentuali dell’80% a livello regionale) e gli infermieri. C’è poi una mancanza di trasparenza che rende sostanzialmente impossibile verificare i tempi di accesso alle interruzioni volontarie di gravidanza, visto che per quasi il 75% dei casi il dato non è disponibile”.

Coalizione Civica per Treviso contro la mozione Zanini è pronta anche a scendere in piazza: “Pensiamo che dopo il recesso del Comune dalla rete Ready contro le discriminazioni sessuali, con la mozione Zanini-Pillon si sia superato il limite degli atteggiamenti sessisti e discriminatori di questa amministrazione e della maggioranza di centrodestra che la sostiene. Noi pensiamo che sia arrivato il momento di scendere in piazza per dimostrare quante trevigiane e trevigiani sono assolutamente contrari alla proposta del consigliere Zanini. Pensiamo che sia arrivato il momento di farsi sentire perché sia chiaro a tutti che c’è un’altra Treviso, quella che non discrimina e accoglie, quella aperta e laica, quella che guarda al futuro e non al passato".

 


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Isabella Loschi

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