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29 marzo 2024

Treviso

Salvata da un lager, Petra muore per un boccone avvelenato

La triste storia della cagnolina salvata dall'Enpa e adottata da una famiglia

| Isabella Loschi |

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| Isabella Loschi |

Salvata da un lager, Petra muore per un boccone avvelenato

Foto da Facebook Enpa

SPRESIANO - Petra, dopo tre anni di non vita, sempre legata in un recinto, maltratta, piena di pulci, è stata salvata dai volontari dell’Enpa. La cagnolina, curata amorevolmente dai volontari del canile di Ponzano, pian piano ha iniziato la sua nuova vita ed ha trovato una casa. Dopo circa un anno Petra è stata adottata da una famiglia di Spresiano.

Purtroppo però la vita felice di Petra si è interrotta improvvisamente alcuni giorni fa - come racconta l’Enpa di Treviso. Petra durante una delle sue passeggiate sulle grave del Piave, in località Palazzoni a Spresiamo, in compagnia dei suoi padroni, ha mangiato un boccone avvelenato. Inutile, purtroppo, la corsa al centro veterinario. Per Petra non c’è stato niente da fare.

“Come può l’uomo essere così malvagio?” - si chiedono i volontari dell’Enpa.

La storia di Petra ha commosso tante persone ed è stata condivisa sui social. Sul tema delle esche avvelenate è intervenuto anche il consigliere regionale del Pd, Andrea Zanoni, da sempre difensore degli animali.
“Una storia sfortunata quella della cagnolina Petra. È un gesto barbaro e mi auguro che i responsabili siano presto individuati - dichiara Zanoni - “Le esche avvelenate rappresentano una vera e propria piaga, i casi si contano a centinaia ogni anno. Un tempo le esche avvelenate erano previste dalla legge sulla caccia per uccidere i cosiddetti animali nocivi come volpi e tassi, ora queste condotte sono sanzionate penalmente, ma qualcuno continua ad avere il vizietto”. Lo scorso 13 luglio è stata rinnovata per l’ennesima volta l’ordinanza ‘Norme sul divieto di utilizzo e di detenzione di esche o di bocconi avvelenati’ , che ha portato, come si legge sulla Gazzetta ufficiale, ‘a un maggior controllo del fenomeno con significativa riduzione dell’incidenza degli episodi di avvelenamento e con individuazione dei responsabili che sono stati perseguiti ai sensi delle norme penali vigenti”.

Il divieto di detenzione ed utilizzazione di esche avvelenate è ampiamente trattato anche nel Pdl 348 sugli animali di affezione del Partito Democratico, di cui lo stesso Zanoni è primo firmatario: “C’è un intero articolo sul tema con le procedure da seguire e sanzioni pesanti per i trasgressori; dalla segnalazione alle Ulss delle aree sottoposte a trattamenti di derattizzazione, con l’impiego appositi contenitori che impediscano l’accesso alle esche ad altre specie animali, all’obbligo per i veterinari una volta accertato l’avvelenamento, di dare immediata comunicazione alla polizia locale, all’Ulss e al sindaco del Comune dove è stato rinvenuto l’animale con una scheda specifica, fino alla bonifica dell’area interessata dalle esche”.

 


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Isabella Loschi

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