SAN FIOR - Massimo non indossava la cintura al momento dello schianto che gli è costato la vita. E’ emerso dai rilievi fatti dalla polizia stradale dopo il terribile incidente in cui è morto il 18enne Massimo Pizzol: erano circa le 4 del mattino di domenica, sulla Pontebbana, quando la sua Fiat Punto si è scontrata con una Peugeot 208.

La mancanza delle cinture di sicurezza è stata fatale: l’amico che era con lui in auto e il conducente dell’altro mezzo sono rimasti infatti gravemente feriti, ma si sono salvati grazie alla cintura. Lo ha reso noto questa mattina il dirigente della polizia stradale di Treviso, Alessandro De Ruosi, che ha ricordato l’importanza delle misure di sicurezza in auto.

“Oltre la metà delle persone coinvolte in incidenti mortali, a Treviso, non aveva la cintura di sicurezza allacciata – spiega De Ruosi – In tutti gli incidenti con feriti, che in tutto il 2017 sono per noi oltre 650, solo in 45 casi invece è stata rilevata la mancanza di cintura. Neanche l’8%”. Una statistica valida, drammaticamente, anche per il giovanissimo Pizzol, la cui morte ha segnato profondamente l’intera comunità sanfiorese.

Un ragazzo solare e pieno di vita, grande appassionato di motori: il filo della sua vita si è spezzato troppo presto, appena raggiunta la maggiore età, con una vita intera ancora davanti. Da De Ruosi è arrivato anche l’appello agli automobilisti: “La matematica non perdona. Con la cintura ci si può salvare, senza si rischia di morire, e poi si muore realmente”.