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Sanità, esami e visite notturne: è scontro

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Sanità, esami e visite notturne: è scontro

VENEZIA - Diecimila a settembre, 15 mila a ottobre, 20 mila nelle prime tre settimane di novembre: tante sono le prestazioni diagnostiche strumentali erogate dagli ospedali veneti negli orari serali e nei fine-settimana, dall'entrata in vigore della sperimentazione voluta dalla giunta Zaia. I primi dati sul quadrimestre oggetto della sperimentazione (settembre-dicembre 2013) sono stati forniti dal segretario regionale per la Sanità Domenico Mantoan alla commissione Sanità presieduta da Leonardo Padrin (FI).

 

Su un totale complessivo di circa 4 milioni di prestazioni diagnostiche strumentali erogate ogni anno dalle Ulss venete, quelle serali e nei fine settimana rappresentano l'1 per cento. "Dati positivi - ha sottolineato Mantoan - che ci dimostrano il gradimento da parte dell'utenza e la capacità di organizzazione delle aziende sanitarie e del personale sanitario". Mantoan ha confermato l'intenzione della Giunta di continuare e anzi potenziare la sperimentazione in atto e di procedere, superato il primo test di prova, a nuove assunzioni per stabilizzare il servizio. "Da dicembre, oltre a Tac, risonanze, ecografie e mammografie, sarà possibile usufruire in orario serale e nei weekend anche di prestazioni di radioterapia e di medicina nucleare", ha annunciato Mantoan. Quanto ai costi, il segretario regionale ha assicurato che sinora la Regione è rimasta "all'interno del budget della spesa storica", grazie alle risorse già previste per la libera professione dei medici e per l'acquisto di prestazioni da esterni (25 milioni di euro l'anno).

 

La prima informativa sull'andamento dell'apertura serale, prefestiva e festiva delle radiologie e degli ambulatori strumentali degli ospedali non ha peraltro soddisfatto i consiglieri di opposizione, che da fine ottobre attendevano dall'assessore Coletto e dal segretario Mantoan una ricognizione puntuale sulla sperimentazione e la fornitura di cifre precise. Pur apprezzando "l'inversione di rotta" impressa all'organizzazione della sanità veneta i consiglieri del Pd hanno puntato il dito sulla mancata trasparenza della Giunta: "Vogliamo capire se la sperimentazione ha effettivamente incrementato l'accesso alle strutture diagnostiche della sanità pubblica, ridotto le liste di attesa e aumentato la produttività dei macchinari, consentendone il pieno utilizzo. C'è stato un effettivo aumento del numero di prestazioni erogate o solo un trasferimento degli utenti dagli orari diurni a quelli serali?", hanno chiesto Claudio Sinigaglia e Giampietro Marchese, rivendicando con fermezza il diritto ad accedere agli indicatori dettagliati della sperimentazione.

 

"I primi risultati della sperimentazione - ha evidenziato Marchese - confermano la necessità di una inversione di rotta nell'organizzazione delle Ulss per rispondere meglio alle necessità dei cittadini e ridurre i costi sociali delle assenze in orario di lavoro per prestazioni diagnostiche. Ma la reticenza nella Giunta a diffondere i dati rappresenta una brutta pagina per la politica veneta". "Le cifre fornite oggi sono solo dati parziali e sintetici, sorge il dubbio che la Giunta non voglia essere più trasparente con l'opinione pubblica per addomesticare i risultati a proprio uso e consumo", ha incalzato Diego Bottacin (gruppo misto).

 

"Solo l'1 per cento dei veneti che aveva bisogno di un esame strumentale ha prenotato in orario serale o il sabato o la domenica - ha puntualizzato Antonino Pipitone (IdV) - Mi sembra un risultato davvero modesto". "Siamo ormai arrivati a tre quarti della sperimentazione in corso - ha fatto i conti Raffaele Grazia (Futuro popolare) - è un tempo più che sufficiente per avere dati analitici, Ulss per Ulss, macchinario per macchinario. E' vero che continuano ad esserci macchinari sottoutilizzati perché manca il personale? Ci sono aziende più virtuose di altre?". Mantoan, spalleggiato da Carlo Alberto Tesserin (Pdl), ha preso tempo e ha promesso nel giro di un mese dati ragionati e più dettagliati. Ma tra i benefici sicuri apportati all'apertura serale e festiva degli ospedali, ha garantito il referente della sanità veneta, c'è lo snellimento dei tempi di attesa nei pronto soccorso, per la maggior disponibilità dei macchinari diagnostici negli orari diurni.

 



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