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25 aprile 2024

Nord-Est

"Il secondo proiettile? Era per me". Parla il testimone dell'omicidio di Venezia

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VENEZIA - "Il secondo proiettile? Era per me". Parla il testimone oculare dell'omicidio di Ivano Gritti, il 47enne veneziano, ucciso il 9 gennaio scorso, del quale ieri si sono celebrati i funerali. Il delitto era avvenuto in calle delle Chiovere a Cannaregio: Ciro Esposito, 49enne di origini napoletane, reo confesso, aveva sparato due colpi di pistola attraverso il portoncino d'ingresso dell'alloggio Ater che aveva occupato da qualche mese. "Sapeva benissimo che eravamo noi - ha spiegato il testimone - a un certo punto mentre bussavamo lui ha urlato 'basta Ivano' e ha premuto il grilletto".

 

L'arrestato, ora in carcere, ha invece raccontato agli inquirenti che, dopo aver sentito bussare, preso dal panico per la possibile presenza dei ladri, avrebbe preso la pistola (con matricola abrasa) che deteneva in casa e avrebbe sparato: "Non è così - controbatte il testimone dell'omicidio - ha urlato 'ancora' e ha premuto il grilletto una seconda volta. Quel proiettile era per me".

 

L'uomo che ora racconta le fasi dell'agguato mortale, un 31enne veneziano, dice anche di non essere scappato dopo il delitto: "Mi sono allontanato girando l'angolo - spiega - e ho chiamato i soccorsi, poi mi sono assicurato che si prendessero cura di Ivano, che era una persona speciale. La conoscevo da 17 anni". Il 31enne è stato sentito "a sommarie informazioni" dai carabinieri, che stanno indagando sulla vicenda: "Si dice che potrei essere coinvolto nelle rapine ai supermercati - conclude - ma per dire certe cose servono le prove. Io non c'entro nulla".

 



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