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29 marzo 2024

Nord-Est

Sfrattato, disoccupato si suicida buttandosi dalla finestra

Il giorno prima, operaio si è dato fuoco per salvare la casa

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Sfrattato, disoccupato si suicida buttandosi dalla finestra

VICENZA - Ha accolto senza dire una parola l'ufficiale giudiziario che gli notificava lo sfratto per morosità, poi si è chiuso in bagno e si è gettato dalla finestra del secondo piano della sua casa di Almisano di Lonigo (Vicenza), morendo poco dopo il ricovero in ospedale. E' il secondo caso che finisce in tragedia in due giorni quello di Galdino Dalla Barba, 66 anni. Ieri era stato un operaio di Vittoria, nel ragusano, Giovanni Guarascio, a darsi fuoco per tentare di salvare la sua casa messa all'asta per 26 mila euro. E' ricoverato in prognosi riservata nell'ospedale Cannizzaro di Catania, che ha accolto anche la moglie e un assistente di Polizia, investiti dalle fiamme.

 

Un filo rosso unisce le due vicende, quell'abitazione vissuta come l'ultimo baluardo di una vita difficile, precaria, che rischiava di essere cancellato. Dalla Barba viveva da tempo un'esistenza da emarginato: morta la moglie, aveva trascorso gli ultimi anni nel degrado e nell'isolamento. Il sindaco Giuseppe Boschetto racconta che non aveva mai pagato l'affitto della casa concessa dall'amministrazione municipale e aveva sempre rifiutato di cercarsi un lavoro. "Più volte il Comune gli aveva proposto un'occupazione come nonno vigile o addetto alle pulizie - si sfoga - ricevendo sempre un diniego. Da qui la situazione sempre più esasperata a fronte di una morosità insostenibile". Quella casa che Dalla Barba considerava sua doveva andare a una ragazza di 19 anni, rimasta sola con due figli piccoli da accudire.

 

"Gli avevamo proposto di trasferirsi nell'albergo gestito dalla Caritas - si sfoga il sindaco - avremmo pagato noi la pigione, ma non ne aveva voluto sapere". Quando ad ora di pranzo, l'ufficiale giudiziario e i vigili urbani hanno suonato il campanello, non ha fatto una piega. Non ha protestato né cercato di opporsi. Ha chiuso la porta del bagno e si è lanciato nel vuoto da un'altezza di quasi nove metri. Va alla salute dei genitori - il padre ha ustioni di terzo grado sul 50% del corpo - ma anche della casa perduta il pensiero di Martina Guarascio, la figlia più piccola dell'uomo di Vittoria, che lancia un disperato appello. "Vi prego: aiutateci - dice - non lasciateci di nuovo da soli". E aggiunge: "mi appello al governatore Crocetta e alle istituzioni, vogliamo ricomprare la nostra casa, perché è l'unica cosa che abbiamo e mio padre l'ha costruita con tanti sacrifici. Adesso siamo solo io e mia sorella e tra 15 giorni queste persone verranno a reclamare l'appartamento. Noi che fine faremo?".

 


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