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25 aprile 2024

Italia

Si vota il 24 e il 25 febbraio

Napolitano ha sciolto le Camere

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Si vota il 24 e il 25 febbraio

ROMA - Il segretario generale del Quirinale, Donato Marra, ha annunciato che il Capo dello Stato Giorgio Napolitano ha firmato il decreto di scioglimento delle Camere.

Il Presidente della Repubblica, si legge in una nota del Quirinale, dopo aver sentito i presidenti dei due rami del Parlamento, ai sensi dell'articolo 88 della Costituzione, ha firmato il decreto di scioglimento del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati.

''Ho visto che qualche giornale parla di un mio messaggio al Paese, ma prassi consolidata è che il presidente della Repubblica un messaggio lo rivolga a reti unificate la sera del 31 dicembre'', svolgendo considerazioni ''su quello che è accaduto e che attende il Paese''. Lo ha sottolineato il capo dello Stato dopo le consultazioni al Quirinale. E a chi gli chiedeva un commento sulla preoccupazione di alcuni gruppi parlamentari sull'imparzialità di Monti, qualora dovesse scendere in campo, ha detto: ''Ho preso nota di questa preoccupazione e la trasmetterò al presidente del Consiglio''.

"La strada era già segnata, non esisteva alcuno spazio per ulteriori sviluppi in sede parlamentare" ha sottolineato il presidente, incontrando brevemente la stampa al Quirinale.

"Era una conclusione già segnata dai fatti: da quando il segretario del Pdl mi ha comunicato il 7 dicembre la decisione di ritenere chiusa l'esperienza del governo Monti - ha rilevato il Capo dello Stato - una decisione resa pubblica anche a Montecitorio e che ha portato come conseguenza le dimissioni irrevocabili del Professor Monti non appena fosse stata approvata la legge di stabilita'".

"Era una strada già segnata, dunque, e percorsa con eccezionale impegno dalle Camere. Né esisteva spazio per sviluppi in sede parlamentare: avevamo solo il tempo per approvare la legge di stabilità e ci avviavamo verso elezioni a metà febbraio. Lo scioglimento della legislatura appariva inevitabile".

Alla domanda se il governo Monti, nella sua azione durata poco più di un anno, abbia rispettato la promessa di agire con equità, il Capo dello Stato ha risposto sottolineando che non spetta al Presidente della Repubblica, ma ai partiti, dare giudizi nel merito dell'azione dell'esecutivo: "Per quanto mi riguarda - ha detto - ho analizzato gli effetti benefici che il governo guidato da Monti ha avuto in chiave di credibilità e autorevolezza del nostro Paese in sede internazionale".

Infine, il capo dello Stato si è augurato che la campagna elettorale "sia condotta con misura e spirito competitivo ma costruttivo, come la situazione esige".

Da questa mattina alle 10, al Quirinale si sono svolte le consultazioni con i gruppi parlamentari seguite alle dimissioni del presidente del Consiglio Mario Monti. Nel pomeriggio, verso le 16:30, il presidente della Camera Gianfranco Fini è stato ricevuto da Napolitano. Prima di lui anche il presidente del Senato è stato a colloquio con il capo dello Stato per circa mezz'ora e poi è uscito senza rilasciare dichiarazioni alla stampa.

Al termine del Consiglio dei ministri, il presidente del Consiglio Mario Monti è salito al Quirinale, per l'espletamento delle procedure che porteranno all'indizione delle prossime elezioni, dopo lo scioglimento delle Camere.

Il Consiglio dei ministri ha approvato, su proposta del presidente del Consiglio e del ministro dell'Interno, tre provvedimenti per le elezioni politiche del 2013. Il primo riguarda la convocazione dei comizi elettorali per la Camera e il Senato, convocati per i giorni di domenica 24 e lunedì 25 febbraio 2013. Il secondo riguarda l'assegnazione dei seggi alla Camera dei deputati, compreso il seggio assegnato alla Regione Valle d'Aosta. Il terzo, infine, riguarda l'assegnazione dei seggi del Senato della Repubblica, comprese la Regione Valle d'Aosta, costituita in un unico collegio uninominale, i sette seggi della Regione Trentino Alto-Adige (di cui uno da attribuire con metodo del recupero proporzionale) e la circoscrizione Estero.

Per il Pdl Monti deve mantenere il profilo di neutralità e terzietà ''in una fase di confronto politico delicata e importante come quella attuale'', questa la richiesta avanzata a Giorgio Napolitano dai capigruppo Fabrizio Cicchitto e Maurizio Gasparri nei 20 minuti di colloquio con il Capo dello Stato. Cicchitto ha ricordato come non sia stato il Pdl a sfiduciare Monti: ''Da parte nostra - ha spiegato - sono stati mossi rilievi di merito, ma non abbiamo certo presentato una mozione di sfiducia''. Ora, ha sottolineato, ''andando verso le elezioni, il governo tecnico e Monti dovranno mantenere una collocazione al di fuori delle parti''. Stesso concetto espresso da Gasparri, secondio il quale ''è indispensabile che il governo mantenga un profilo tecnico, di terzietà e imparzialità, sopratutto in una fase in cui al centro deve esserci il confronto politico sui contenuti''.

Il Pd ringrazia il premier ma chiede una nuova fase. L'Italia ''dopo i sacrifici sostenuti merita una seconda fase con politiche progressiste e riformiste basate su un semplice principio: chi ha di più deve mettere di più a disposizione della comunità'', ha detto Dario Franceschini al termine del colloquio di circa venti minuti con Napolitano insieme ad Anna Finocchiaro. ''Vogliamo ringraziare il presidente Napolitano - ha scandito il capogruppo alla Camera - per il modo straordinario con cui ha esercitato l'ultimo anno del suo mandato, accompagnando il paese in un percorso difficile, in uno scenario inedito''. Franceschini ha voluto sottolineare come il Pd, fin dal primo giorno, sia stato leale nei confronti del governo: ''Abbiamo mantenuto l'impegno assunto il giorno dopo aver fatto cadere il governo Berlusconi. Avremmo potuto scegliere la strada comoda delle elezioni, ma invece abbiamo operato nell'interesse del Paese. Abbiamo sostenuto con lealtà l'esecutivo, correggendo ogni singola scelta in nome dell'equità e della giustizia sociale, cercando sempre di tutelare le fasce più deboli''.

L'Udc auspica il proseguimento del lavoro iniziato da Monti. Per non ''vanificare gli sforzi e le riforme che cominceranno ad avere effetti già dal 2013, occorre continuare con forza e decisione il lavoro svolto dal governo Monti'', ha detto al capo dello Stato Gian Luca Galletti ribadendo come per i centristi sia indispensabile insistere con l'agenda Monti. ''Abbiamo espresso al Capo dello Stato - ha spiegato - la nostra soddisfazione per il lavoro svolto n questo anno dal governo. Da parte nostra è giunto un contributo determinante per il lavoro dell'esecutivo che ora non dovrà essere interrotto''. Al Quirinale con Galletti, anche il capogruppo al Senato, Giampiero D'Alia, in rappresenza anche delle autonomie.

Anche il Terzo polo chiede di non tradire "l'impegno e i risultati ottenuti dal governo Monti'', qualunque sia quello che verrà dopo. A chiederlo a Napolitano è stato il leader di Api e presidente del Gruppo per il Terzo polo al Senato, Francesco Rutelli. ''Abbiamo espresso tutto il nostro apprezzamento - ha aggiunto Rutelli al termine del colloquio - per il comportamento ineccepibile del presidente della Repubblica, che ha mostrato saggezza, euquilibrio e rapidità nel percorso che sta portando il paese verso le elezioni''. Fli evidenzia un bilancio ''indiscutibilmente positivo'' per l'anno di governo Monti. ''I sacrifici compiuti dagli italiani - ha sottolineato Benedetto Della Vedova - segnano comunque un bilancio positivo del lavoro dell'esecutivo, considerando dove era 12 mesi fa l'Italia e dove è oggi. Tutto questo non evapori ora in una campagna elettorale come quelle di 20 anni fa''. L'esponente finiano ha voluto inoltre ringraziare il presidente della Repubblica ''per come ha gestito questa crisi e gli ultimi, difficili, 12 mesi del paese''.

Per la Lega le dimissioni di Monti ''sono una buona notizia per tutti i cittadini, specialmente sotto Natale'', ha detto il capogruppo alla Camera Gianpaolo Dozzo esprimendo soddisfazione per la fine dell'esperienza del governo tecnico. ''Ringraziamo il presidente Napolitano per quello che ha fatto, ma soprattutto - ha aggiunto - siamo contenti che Monti abbia lasciato perché in un anno ha causato parecchi problemi al Paese''. Ora la Lega è pronta alla campagna elettorale, ha detto il capogruppo al Senato, Federico Bricolo: ''Se la data per andare a votare sarà quella del 24 febbraio, per noi va bene. Basta con le polemiche di palazzo, vogliamo andare sul territorio per presentare il nostro programma agli elettori''.

A chiedere che Mario Monti ''mantenga quel ruolo di terzietà che ha fin qui avuto alla guida del governo tecnico'' sono stati invece Popolo e territorio e Coesione nazionale, rappresentati da Silvano Moffa e Pasquele Viespoli. ''Al Presidente abbiamo chiesto -ha riferito Moffa- che da parte di tutti vi sia un chiarimento, dovuto anche agli italiani. Se Monti manterrà il ruolo di terzietà fin qui avuto, può rimanere in carica per condurre con assoluta garanzia la fase elettorale''. Moffa e Viespoli hanno espresso ''grande apprezzamento per il lavoro svolto dal Presidente della Repubblica in una legislatura molto particolare. Un ruolo che sarà ancor più consistente e proficuo in questa fase. Al tempo stesso - ha detto Viespoli - il nostro apprezzamento va a Napolitano per avere, nel corso del settennato, profuso grande impegno per l'unità nazionale e per la dignità del Paese a livello internazionale''.

L'Idv ha chiesto invece a Giorgio Napolitano di 'salvare' le firme fin qui raccolte dai dipietristi sui referendum sul lavoro e sulla ''casta', a rischio per la fine della legislatura. ''Abbiamo manifestato al Presidente - ha spiegato il capogruppo al Senato, Felice Belisario - la nostra preoccupazione per le firme sui nostri referendum, chiedendo di farle salve. Diversamente, il comitato promotore sarebbe costretto a ricorrere dinanzi alla Consulta. Il Presidente ci ha risposto che si sarebbe interessato della questione''. Quanto a Monti, ''avremmo preferito che avesse spiegato in Parlamento le ragioni delle sue dimissioni. Così purtroppo non è stato'', ha detto Belisario.

La mattinata di consultazioni si è conclusa con la delegazione del Gruppo misto di Camera e Senato secondo cui il nuovo governo dovrà operare "in continuità con l'azione di Monti", hanno detto Giovanni Pistorio e Aurelio Misiti. "Il rigore e l'equità che hanno caratterizzato l'operato del governo Monti dovranno ispirare anche l'azione del nuovo esecutivo, con l'obiettivo di sviluppare ancora di più crescita e garantire giustizia sociale. Per questo -ha detto Pistorio- auspichiamo che si formi un'area politica che dia corpo a queste prospettive".

(Adnkronos)

 



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