Volevamo sentircelo dire? Bene. Carlo Piasentin, poeta (per caso e per virtù) di origine cenedese, non solo ce lo dice. Ce lo canta in rima e in diaeto.

Ci “canta”, come un aedo tutto nostrano (o nostro, che poi è lo stesso), che qualunque cosa combiniamo, non dobbiamo sentirci in colpa. Perché la colpa “la è senpre de queàltri”.

“Sén tuti inozènti – spiega Carlo Piasentin - è il mio decimo libro, e contiene 70 “quasi poesie”. Settanta come gli anni che ho compiuto nel 2008. Nella sua prefazione: Ludere, non ledere, il professor Mario Ulliana ha infatti consigliato di giocare al lotto 2 (volte) 70 e 10.”

Che caratteristiche ha il nuovo libro? E’ diviso in due parti: la prima, improntata come sempre all’ironia e, a volte, al sarcasmo, evidenzia la cronica non-colpevolezza di noi italiani, convinti che la colpa la è senpre de queàltri. La seconda parte, più breve, contiene le quasi-poesie serie che ogni tanto scrivo. Per esempio “I lumìn” che ha vinto un premio al Concorso di poesia di Colfosco-Susegana. E finisco con “Sén tuti inozènti” che dà il titolo al libro.

Perché secondo te i vittoriesi (e non solo loro) amano leggere i tuoi versi? per l'ironia? perché rispondono con immediatezza e scioltezza alle domande che spesso si pongono e che appaiono senza risposta? E’ una domanda da 2 milioni di euro! Forse perché quello che scrivo si capisce facilmente (anche se alle volte bisogna scavare un po’ oltre l’umorismo); scrivo delle cose di tutti i giorni che molti vedono o leggono, e cerco sempre sollecitare la risata finale liberatoria anche nelle situazioni più serie. Inoltre le rime, quasi sempre baciate, aiutano il ritmo di lettura, anche se sono fuori moda (ma ho 70 ani e son fora moda anca mi!).

Il libro di Carlo Piasentin “sen tuti inozenti” verrà presentato al patronato Costantini di Ceneda domenica 9 novembre, alle 17,30. A introdurlo Mario Ulliana.

Emanuela Da Ros