VITTORIO VENETO - Se ne sono dimenticati, o hanno scelto di non ricordare. Ieri era il 17 marzo: il 152° anniversario dell'Unità d'Italia. Ma l'unico tricolore che ha sventolato in città è stato quello issato da Michele Bastanzetti sul Monte Altare.

"Anche quest’anno il sindaco Gianantonio Da Re, che nel 150° dell’Unità disertò la celebrazione in piazza del Popolo con la giustificazione che “non c’era nulla da festeggiare” ha voluto ribadire la sua inequivocabile posizione antiitaliana - afferma Bastanzetti, amareggiato per il non- comportamento dell'Amministrazione vittoriese - Per festeggiare la ricorrenza non una parola è stata detta, non un credibile segno di condivisone dell’anniversario è stato dato".

"Non dico che avremmo dovuto sparare i fuochi artificiali ma quantomeno - puntualizza Bastanzetti - si sarebbe potuto organizzare un’ alzabandiera  sui quattro grandi pennoni di piazza del Popolo". Ma nulla è stato fatto. E non è stato reso alcun omaggio a chi, per l'Unità d'Italia, ha combattuto. E, combattendo, è morto. "Gli annali - ricorda Bastanzetti - riportano i nomi e i cognomi dei 478 vittoriesi “accorsi alla difesa della Patria” nelle campagne risorgimentali del 1848, del 1859, del 1860, del 1866. Gli annali riportano i 468 morti del primo conflitto mondiale e i 518 morti della secondo. Gli annali ci parlano della Medaglia d’Oro conquistata dalla Città per la Lotta di Liberazione".

"Oltre a ripercorrere queste memorie storiche - continua -  celebrare il 17 marzo mi pare anche  utile perché mai come ora, dal dopoguerra ad oggi, è necessario attingere ai valori dell’ unità e dell’ identità comune per reagire alla crisi che ci attanaglia". "Ognuno è libero di avere le proprie idee politiche - conclude Bastanzetti - ma ciò che non è ammissibile, tanto più per un sindaco, sindaco di tutti i cittadini,  è oscurare la storia".