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29 marzo 2024

Esteri

Siria: 270 i morti nei 17 giorni di scontri

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Siria: 270 i morti nei 17 giorni di scontri

BEIRUT - Le forze del regime di Damasco hanno ripreso il controllo di Qusayr, località strategica siriana al confine con il Libano. Lo ha riferito stamani la tv di Stato siriana dopo settimane di combattimenti nell'area. ''L'Esercito ha il controllo totale della regione di Qusayr, nella provincia di Homs, dopo aver ucciso un gran numero di terroristi e averne catturati altri'', ha riportato l'emittente.

Drammatico il bilancio delle vittime: sono 270 le persone che hanno perso la vita in 17 giorni di scontri, secondo quanto reso noto dal Comitato siriano per i diritti umani, mentre oltre 2.400 persone sono rimaste ferite. Tra le vittime, 110 sono ribelli. Alcuni di loro sono deceduti per le ferite riportate e la mancanza di assistenza medica adeguata nell'ospedale da campo allestito a Qusayr. Gli attivisti denunciano inoltre come i cecchini di Hezbollah abbiano impedito il trasferimento dei feriti fuori dalla città.

Nella riconquista della città, decisivo è stato il ruolo svolto dai combattenti di Hezbollah schieratisi al fianco di Assad. ''Stanno invadendo il territorio siriano e se continueranno a farlo e le autorità libanesi non faranno nulla per fermarli, credo ci sentiremo autorizzati a combattere Hezbollah all'interno del territorio'' libanese, ha detto il comandante militare dell'Esercito libero siriano (Esl), Selim Idriss, alla Bbc.

Il capo militare dei ribelli siriani ha quindi precisato di aver dato ordini in passato ai comandanti dell'Esl, compresi quelli della zona di Qusayr, di combattere contro Hezbollah ''solo in Siria''. Ma, ha aggiunto, ''ora c'e' un gran numero di combattenti Hezbollah in Siria, a Qusayr, Idlib, Aleppo, Damasco, ovunque nel Paese''.

All'indomani della denuncia francese sull'utilizzo di armi chimiche da parte Assad, il ministro della Difesa Mario Mauro spiega che da molti giorni sono state acquisite ''prove che che fanno pensare ad un utilizzo di armi chimiche" in Siria, "però in azioni molto circoscritte e delimitate - ha detto dai microfoni di Radio Anch'io - Questo non può costituire il fondamento di un intervento armato della comunità internazionale, nel modo più assoluto".

Nuovo appello del Papa per l"l'amata Siria: avviare un dialogo fruttuoso con lo scopo di mettere fine alla guerra", "non possiamo tirarci indietro". Il Pontefice, ricevendo, prima dell'udienza generale, i partecipanti all'incontro di coordinamento tra gli organismi caritativi cattolici che operano nel contesto della crisi in Siria, promosso dal 'Cor Unum', ha fatto nuovamente sentire la sua voce "di fronte al perdurare di violenze e sopraffazioni" per rinnovare "con forza il mio appello alla pace".

"Non possiamo tirarci indietro - ha ammonito Bergoglio - proprio nelle situazioni di maggior dolore. La vostra presenza alla riunione di coordinamento manifesta la volonta' di continuare con fedelta' la preziosa opera di assistenza umanitaria, nella Siria e nei Paesi vicini che generosamente ospitano chi fugge dalla guerra".

Bergoglio si rivolge alla Comunità Internazionale per chiedere che "accanto alla ricerca di una soluzione negoziale del conflitto" venga favorito "l'aiuto umanitario per i profughi e i rifugiati siriani, mirando in primo luogo al bene della persona e alla tutela della sua dignita'".

(Adnkronos/Ign)

 


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