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28 marzo 2024

Vittorio Veneto

SOGNO DUNQUE SONO (VITTORIESE)

Vittorio Veneto è la città dei sogni?

| Emanuela Da Ros |

immagine dell'autore

| Emanuela Da Ros |

SOGNO DUNQUE SONO (VITTORIESE)

Vittorio Veneto - Se i sogni dei Vittoriesi si avverassero tutti, sarebbe un guaio. Per (almeno) due motivi. Il primo è non sapremmo più dove posteggiare la Punto (o il veicolo che abbiamo in dotazione) dato che vivremo in una città talmente fantastica-e-ricca-di-opportunità che attirerebbe folle di curiosi (che metterebbero in crisi la viabilità-qualunque-essa-sia). La seconda è che Ido Da Ros (autore vittoriese dalla penna troppo attenta) non si occuperebbe più dell’entusiasmante attività onirica degli eredi di Lorenzo Da Ponte o Marc’Antonio Flaminio.
Per fortuna i sogni dei Vittoriesi (è appurato quasi scientificamente) sono destinati a rimanere tali. A restare sogni. Progetti irrealizzabili, ma divertenti, simpatici, unici…

Ido, so per certo che hai appena pubblicato (e stai per presentare) il tuo secondo Libro dei sogni (vittoriesi). Nel 1996 ne avevi scritto uno in cui descrivevi i progetti (irrealizzabili e irrealizzati) che avrebbero dovuto trasformare la città della Vittoria. Perché un nuovo volume?
Scrivendo il primo Libro dei sogni (vittoriesi) ero convinto che esso non avesse seguito. Ma, poiché seguo con passione la cronaca locale, mi sono reso conto che i sogni dei vittoriesi non si sono fermati al 1996. Non passa giorno senza che i miei concittadini non facciano dei sogni (e delle dichiarazioni) nuovi…

Vuoi dire che negli ultimi anni l’attività onirica dei vittoriesi si è intensificata?
Il primo Libro dei sogni copriva un arco di tempo piuttosto esteso: dal dopoguerra al 1996. Il secondo libro raccoglie i sogni degli ultimi dodici anni, e non è a corto di materiale. Anzi…

Insomma i vittoriesi sognano più degli altri?
Ne sono convinto. Credo che la mole di progetti, idee o sogni, appunto, emersa dai cittadini vittoriesi non abbia confronti nella penisola.

Cos’è il sogno per un vittoriese?
Un modo di essere. Necessario, probabilmente.

La loro fonte di ispirazione?
Magari è il paesaggio. Che è un paesaggio da sogno.

Entriamo nel dettaglio onirico. Quali sono i sogni più ricorrenti dei Vittoriesi?
Ci sono quelli classici: le Terme, il Traforo di Sant’Augusta, le funivie che dovrebbero collegarci al Pizzoc o al Visentin…e i sogni inediti, come il museo del baco, il museo della lirica o il museo delle campane.

E i sogni più strani?
Qualcuno ha pensato a un trenino che attraversi il Cansiglio su una linea ferroviaria  costruita  ad hoc, qualcun altro di dotare il municipio di una stanza per mamme che allattano.

La tendenza al sogno non risparmia nessuno, vero?
E’ trasversale, indubbiamente. Non appartiene a una fazione politica o a un’altra. Il mio libro, in questo senso, è davvero bipartisan. Racconta i sogni della giunta Della Libera. E quelli della giunta Scottà. Abbiamo delle giunte sognatrici…Dei politici fantasiosi. Qualche giorno fa, il senatore Castro ha ipotizzato di fare di Vittorio la città del lusso. Il libro però era già in stampa e il suo sogno è rimasto fuori…Ma da questo volume saranno esclusi anche i sogni che nell’imminente campagna elettorale verranno formulati  e affidati ai giornali. Chissà che caleidoscopio di sogni circolerà per la ghiotta occasione…

Di solito si sogna a occhi chiusi. I Vittoriesi sono in perenne narcolessi?
No. I miei concittadini sognano a occhi aperti.

Quanti sognatori ci sono in città?
Molti. Decine. Il sindaco Scottà è decisamente un sognatore: vede le colline coperte di piante officinali; sente suonare le campane in un museo unico nel suo genere…Ma nel Libro dei Sogni sono citati centinaia di nomi. E, per correttezza, devo dire che non tutti appartengono a sognatori.

Avendo letto in anteprima il tuo libro, ci ho trovato una gustosa dose di ironia. Pensi che qualcuno se ne avrà a male?
Mi auguro di no. Spero di non aver offeso nessuno con questo libro. Se l’ho fatto, chiedo scusa. Il libro non ha un intento polemico. Se ha uno scopo è quello di far divertire. Di regalare al lettore due ore di buonumore e dare ai vittoriesi la consapevolezza che il sogno è una dimensione che appartiene alla loro città.


Catalogando i “nostri” sogni, non avevi nemmeno un intento psicanalitico? Chissà che significato recondito ha la vocazione dei Vittoriesi a forare il vergine colle di sant’Augusta…
Non se i sogni dei vittoriesi si possano leggere alla maniera di Freud o Jung. So che non mi dispiacerebbe se i miei concittadini potessero beneficiare dei sogni. Per questo ho chiesto a un napoletano verace di tradurre i sogni più ricorrenti in numeri. In calce al secondo Libro dei Sogni c’è una sorta di Smorfia dove, chi lo desidera, può trovare dei numeri da giocare. Sarei felice se il mio libro facesse la fortuna di qualche lettore. E, ancora una volta, dovrei/dovremmo ringraziare i sogni…

Anche tu avrai un sogno per Vittorio. No?
Temevo la tua domanda. Speravo non me la facessi. E invece…A dire il vero, non vorrei rivelartelo perché altrimenti entrerei, di diritto, nella categoria dei sognatori. Diciamo che il mio sogno è che il paesaggio splendido che caratterizza Vittorio Veneto non venga mai snaturato.


di Emanuela Da Ros

 


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