Solo 48 ore per vendere un terreno destinato a vigneto
Martinuzzo (FederAgenti Immobiliari): “Perché non premiare le coltivazioni di glera bio già esistenti con nuovi bandi dedicati? ”
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PONTE DI PIAVE - "Report di certo non spaventa gli agricoltori. Abbiamo venduto un terreno convertibile a vigneto in sole 48 ore, un record”: a raccontarlo Roberto Martinuzzo, delegato di Treviso per la FIAIP (Federazioni Italiana Agenti Immobiliari Professionali) e titolare dell’agenzia Terra Casa che ha sede a Ponte di Piave.
Esempi di terreni venduti siti a Zenson di Piave, Jesolo e San Stino di Livenza. È caccia ai vigneti in tutta la DOC, al punto che quando viene messo in vendita un terreno si riesce a vendere in tempi record. “Una media di 15 giorni da quando riceviamo l’incarico esclusivo di vendita a quando viene firmata la proposta d'acquisto.
Praticamente giusto il tempo di preparare la modulistica. Il problema è che i vigneti in vendita sono pochi, chi ha il tesoro se lo tiene o chiede prezzi troppo elevati. In media, al di là del valore di mercato, in questo periodo i prezzi medi variano dai 35 ai 60 euro al metro quadro della zona DOCG e dai 18 ai 30 nella zona riservata alla DOC.”
Numeri che rispetto allo scorso anno sono in salita, ancora di più se parliamo di terreni biologici, in forte crescita: per questi terreni la richiesta è ancora più grande e il valore medio è circa del 10% in più una volta passati i 3 anni dalla conversione rispetto ad un vigneto normale.
“Il valore dei terreni e dell'uva è direttamente proporzionale tra di loro e comunque sempre in ascesa – continua Martinuzzo - valori che a mio parere fanno scricchiolare il mercato e tutta la filiera: per rispettare i budget e i prezzi di vendita non si possono superare certi limiti. I 1200 ettari introdotti di recente non sono sufficienti, ne servirebbero almeno 5000.
A questo punto perché non premiare le coltivazioni biologiche di Glera già esistenti, consentendo un maggiore riconoscimento a Prosecco, con bandi e superfici di assegnazioni molto maggiori alle esistenti? In questo modo si potrebbe calmierare il prezzo nella zona Doc e dare la possibilità a chi si confronta quotidianamente sul mercato di non spendere tutte le risorse per la materia prima ma poter investire anche in attrezzature, cantine, marketing, personale.”