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28 marzo 2024

Treviso

"Spot censurato": società di Villorba chiede 10 milioni di euro alla Rai

Obiettivo Risarcimento fa causa alla tv di Stato dopo la cancellazione della pubblicità con la Bonaccorti

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Enrica Bonaccorti nello spot pubblicitario

VILLORBA - Una causa per danni alla Rai per 10 milioni di euro. A presentarla è Obiettivo Risarcimento, società di Villorba leader a livello nazionale nel settore dei risarcimenti alle vittime di malasanità, in relazione allo spot pubblicitario sulla malasanità, con protagonista Enrica Bonaccorti, che la tivù di Stato “aveva deliberatamente censurato nonostante il parere favorevole alla messa in onda di un organo terzo, lo Iap, Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria, invocato da Rai stessa”, spiega la società.

“Tanto la sospensione cautelativa inizialmente disposta da Rai che il permanere del rifiuto alla messa in onda dello spot hanno determinato in capo ad Obiettivo Risarcimento  – spiega Giovanni Dal Poz, legale dell'azienda - un ingente danno sia patrimoniale che non patrimoniale, anche in termini di lesione d’immagine, oltre che al danno conseguente alla perdita di chance, di cui si richiede integrale ristoro per un importo quantificato in 10 milioni di euro”.

La vicenda è esplosa a fine dicembre del 2018 quando su tutti i principali canali televisivi viene mandato in onda lo spot che si basa sul diritto di richiedere un risarcimento per errori sanitari entro 10 anni, così come sancito dal Codice Civile, oltre che da una recente Legge dello Stato. Lo spot di Obiettivo Risarcimento, a cavallo tra dicembre e gennaio scorsi, è stato trasmesso regolarmente dai canali del gruppo Mediaset, da La 7 e inizialmente anche dalla Rai stessa.

A 24 ore dalla messa in onda le proteste dei medici avevano fermato temporaneamente lo spot prima in Rai poi su Mediaset; le emittenti avevano quindi chiesto il parere di un organo terzo: lo IAP, l'Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria.  L'Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria, chiamato in causa, anche attraverso una nota ufficiale Rai, dopo pochi giorni aveva certificato la correttezza del messaggio che non avrebbe dovuto essere censurato in quanto, “non risulta essere in alcun modo in contrasto con le norme a tutela dei consumatori”. Mediaset quindi provvedeva nuovamente alla  messa in onda dello spot, mentre La7 aveva proseguito la programmazione senza interruzioni.

“Il nostro spot – sottolineano Roberto e Paolo Simioni, Presidente e Amministratore della Società - pur avendo uno scopo promozionale veicola anche un’ utile informazione circa l’esistenza di un diritto. Il messaggio non è mai stato né fuorviante, né denigratorio, né irrispettoso, né falso, né ingannevole: cosa confermata sia dallo IAP, ma anche dalla stessa Rai in fase di visione preliminare dello spot rispetto alla messa in onda”.  Alla censura Obiettivo Risarcimento non è rimasto altro che rivolgersi all’Agcom, alla Commissione Europea ed infine alla Magistratura, chiedendo di far luce su quanto occorsole: “una chiara intromissione sulla linea editoriale della Rai da parte della politica, su pressioni delle associazioni di categoria mediche, a tentar ancora una volta di far tacere chi ha da dire qualcosa di scomodo ma gravemente reale”.

 


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