Strage di rondini: tentano di entrare in un'abitazione per ripararsi dal freddo, ma muoiono di fame
Una scena raccapricciante quella che si trovato davanti un pievegino rincasando dopo un periodo di assenza
PIEVE DI SOLIGO – La moria di rondini ci è stata segnalata a Pieve di Soligo dove alcuni esemplari hanno cercato di entrare in un’abitazione, per ripararsi dal freddo e sono poi morte di stenti, per la mancanza di cibo. Rincasato dopo essere stato fuori per alcuni giorni un pievegino si è trovato delle rondini morte in bagno, che probabilmente erano riuscite a introdursi in casa da una finestrella rimasta aperta. In realtà il fenomeno si sta diffondendo, in modo allarmante, in tutta Italia e pare non abbia precedenti storici. Le rondini cercano ripararsi dal freddo e muoiono decimate dalla fame. Una conseguenza del clima inusuale di questa stagione, con temperature troppo basse, frequenti rovesci e neve e gelo anche a basse quote.
Immagine di repertorio
Il problema manifestatosi a Piave di Soligo è quindi serio ma purtroppo non se ne parla a sufficienza per dare indicazioni alle persone che assistono a questi fatti. Il maltempo si è verificata in una periodo di migrazioni e di nascite così la fauna selvatica è in difficoltà. Uccelli come rondoni e merlini sono caduti dai nidi ma si registrano anche cucciolo di lepre e capriolo morti per il freddo. Resta comunque il fatto che ad ora la specie più penalizzata e quella delle rondini per la quale si registra una vera e propria strage dal Veneto al Lazio.
Pure il centro Lipu di Roma ha ricevuto segnalazioni di rondini, disorientate che finiscono sui balconi e arrivano ad entrare nelle abitazioni. “Questi uccelli migratori arrivano ed hanno bisogno di insetti per nutrirsi – spiega Valentina Studer, operatrice del Centro Lipu di Civitavecchia -. Ma a causa del freddo e del mal tempo non trovano cibo a sufficienza, inoltre si bagnano e restano privi di forze e disorientati. Così vanno a finire sui balconi e sui terrazzi per sbaglio. Tuttavia, è sufficiente qualche giorno di ricovero protetto e poi sono pronti per ripartire”. Basterebbe quindi dare loro ricovero, per breve tempo, con l’auspicio che arrivi davvero la primavera.