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19 aprile 2024

Montebelluna

Stretta su banche venete. Tesoro e Ue, niente bail in

Padoan, tempi brevi e bond salvi. Intesa in campo con Unicredit

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Stretta su banche venete. Tesoro e Ue, niente bail in

CASTELFRANCO/MONTEBELLUNA - Tempi rapidi e niente 'bail in'. Il dossier banche venete inverte la rotta e schiva in extremis gli scogli della 'risoluzione', che avrebbero buttato a mare correntisti e obbligazionisti non subordinati della Popolare di Vicenza e di Veneto Banca, con effetti traumatici per tutto il sistema bancario.

La svolta, frutto di un'intesa tra il Tesoro e la Ue, è stata comunicata dal ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan (in foto), da mesi in trattativa per ricapitalizzare le due banche con gli aiuti di Stato e che nei giorni scorsi ha chiesto a Intesa Sanpaolo e Unicredit di spendersi (e spendere) per una soluzione di sistema in grado di scongiurare il bail in.

 

"La soluzione è ormai prossima" e "le interlocuzioni con le istituzioni europee sono incoraggianti", ha detto Padoan. Secondo il quale "la soluzione non contemplerà alcuna forma di bail-in" con gli "obbligazionisti senior e depositanti" che "saranno in ogni caso pienamente garantiti". A contribuire al salvataggio, in ossequio al 'burden sharing', saranno dunque solo azionisti (cioè Atlante) e obbligazionisti subordinati. Un portavoce della Commissione ha confermato "contatti costruttivi" per una soluzione "in linea con le regole Ue", che non tocchi obbligazionisti senior e depositi. Il profilarsi del salvataggio ha disinnescato un cda della Popolare di Vicenza che si preannunciava molto teso e che, senza una schiarita, avrebbe portato i consiglieri a gettare la spugna e rimettere la soluzione della crisi nelle mani della Bce.

 

"Il consiglio si è svolto in un clima sereno perché è stato preceduto dal comunicato del ministro Padoan" ha detto Gianni Mion, presidente della Vicenza. "Ci sentiamo rassicurati e anche il mercato ha preso bene la cosa: abbiamo visto la quotazione dei bond senior recuperare il 10%". Toccherà a Intesa Sanpaolo e Unicredit traghettare verso lidi sicuri le due banche. "Il nostro presidente, il nostro amministratore delegato e l'intero consiglio stanno seguendo il dossier con attenzione, con competenza e con senso di responsabilità istituzionale" ha assicurato Giovanni Costa, consigliere di Intesa, al termine del cda in cui il Ceo, Carlo Messina, ha fatto il punto sulle ipotesi di salvataggio.

 

La Ue ha imposto che su 6,4 miliardi di euro di nuovi capitali chiesti dalla Bce, 1,2 vengano iniettati da privati in quanto destinati a coprire perdite attese dai due istituti. Intesa e Unicredit, che chiedono rassicurazioni sul fatto che non giungano ulteriori richieste, vorrebbero costruire un'operazione 'pro-quota' coinvolgendo il resto del sistema bancario. Per ora dalle altre banche, con l'eccezione di Mediolanum, sono arrivati solo 'no grazie': "non è nel nostro raggio d'azione e di pensiero" ha spiegato il presidente del Cds di Ubi, Andrea Moltrasio. "Stiamo risolvendo i compiti a casa nostra" aveva detto ieri il ceo di Banco Bpm, Giuseppe Castagna. Porte chiuse anche dagli imprenditori del territorio: "hanno il buon senso di non chiedercelo", ha detto Gilberto Benetton. 

 



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