Di fronte agli occhi un po’ stupiti dello staff e di alcuni dirigenti del ministero, nella Sala Verde, solitamente riservata ad appuntamenti istituzionali e a conferenze stampa, al suo primo incontro il nuovo Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Giancarlo Galan, ha ricevuto gli studenti di due classi dell’Istituto tecnico statale Luigi Einaudi di Montebelluna accompagnati dai loro insegnanti, con i quali si è intrattenuto in un’appassionata lezione di agricoltura e politica.

“Per il Veneto aver avuto uno dietro l’altro due ministri dell’agricoltura è sicuramente una cosa positiva. Io non dimentico la mia Regione, però sono un Ministro della Repubblica e difenderò gli interessi di tutta l’agricoltura italiana: sosterrò sia il Prosecco che il Cappero di Pantelleria. Noi qui ci occupiamo di tante cose. Io sto ancora studiando, perché devo capire bene tutti i problemi che mi trovo ad affrontare”.

“Mi chiedete se so già quali sono le mie priorità? Un po’ sì. Bisogna però saper distinguere: da una parte ci sono le emergenze, le pressioni e dall’altra le vere priorità. Per esempio, adesso, sette telefonate su dieci riguardano il mondo dell’ippica, l’Unire, ma quella non è una priorità, eventualmente può essere un’emergenza. La vera priorità è la nuova PAC (Politica Agricola Comune) che verrà definita solo fra tre anni, ma su cui i ministri più lungimiranti d’Europa si stanno già confrontando. Io sono quello che ha fatto il Passante di Mestre e che ha investito di più contro il dissesto idrogeologico della sua Regione, non sono provvedimenti che mi hanno dato un immediato consenso, però hanno sicuramente cambiato la faccia del Veneto. Del resto sono pochi i giornalisti che si appassionano per l’inaugurazione di una fognatura”.

“Un vero politico – ha detto il Ministro Galan - non pensa all’oggi, ma ha un progetto in grado di risolvere fin d’ora i problemi di domani: il mio progetto è fare in modo che tra dieci anni gli agricoltori italiani stiano meglio di adesso. Ritengo che tra le mie prime uscite pubbliche ci sarà una visita a Rosarno. Devo capire cosa succede lì. Voglio incontrare i cittadini e i rappresentanti delle istituzioni. Parlare con loro, sapere se è vero che una giornata di lavoro sui campi viene pagata 20 euro. Se è così, evidentemente c’è qualcosa che non va. E credo che non solo il ministero, ma l’intera agricoltura italiana si debba far carico di un simile problema. Solo un consiglio mi sento di darvi: a fare le cose bene o a farle male ci si mette lo stesso tempo. Fatele bene!”.

(fonte: Ministero delle Politiche Agricole)