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20 aprile 2024

Treviso

Suoni di Marca, lo Sceriffo:"Due settimane sono troppe"

Gentilini appoggia i residenti e attacca la manifestazione, Manildo:"Polemiche scontate ma quest'anno rassegna perfetta"

| Isabella Loschi |

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| Isabella Loschi |

Suoni di Marca, lo Sceriffo:

TREVISO - Più successo ha una manifestazione e più aumentano le polemiche. Succede così a Treviso. Nel mirino, un’altra volta, è finita Suoni di Marca, la rassegna musicale sulle mura della città, che quest’anno ha registrato un pubblico da record. Anche ieri sera, che ha visto sul palco Francesco Gabbani, oltre 5mila persone si sono radunate sulle mura per ballare e scatenarsi a ritmo di Occidentali’s Karma, il brano che ha vinto l’ultimo Festival di Sanremo.

In questi giorni una cinquantina di residenti hanno firmato una petizione per protestare contro la durata dell’evento “troppo lungo” e  per l’eccessivo rumore. A supportare la polemica anche lo Sceriffo Giancarlo Gentilini, 88 anni ieri: “Suoni di Marca è partita con me ma all’allora durava solo pochi giorni. Adesso va avanti per più di due settimane. E’ Troppo. Queste manifestazioni vanno spostate altrove, ad esempio in Dogana, dove c’è spazio. Le mura vanno lasciate libere per i trevigiani”.

Immediata la risposta del sindaco Giovanni Manildo che esordisce: “ La polemica a Suoni di Marca? Un evergreen, come il panettone a Natale e le lamentele a settembre per l’Home festival”. “Ma quest’anno non si può parlare di rumore, l’organizzazione è stata perfetta e i decibel rispettati”. Più di qualcuno, in effetti, si è lamentato per il volume della musica troppo basso.

“In tantissimi hanno vissuto la magia del concerto di Battiato, dei Committements, o di Irene Grandi - sottolinea Manildo - Personalmente ho registrato la contentezza di molti esercenti vicini alle Mura che hanno spiegato come quest’anno sia stata un’invasione pacifica, e che molte persone mangiavano nei locali della città per poi trasferirsi sulle mura per il concerto. Quest’anno - conclude il primo cittadino - si sono rispettate le esigenze di chi vuole andare a divertirsi e di chi legittimamente vuole stare a casa”.

 


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Isabella Loschi

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