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28 marzo 2024

Vittorio Veneto

Il tetto crolla...nel ghetto

Edificio fatiscente, a rischio distruzione

| Claudia Borsoi |

immagine dell'autore

| Claudia Borsoi |

Il tetto crolla...nel ghetto

VITTORIO VENETO - Ha destato clamore, portando nuovamente all’attenzione dell’opinione pubblica la situazione in cui versa l’immobile di via Manin noto ai più come “ex ghetto”, il crollo di una parte del tetto dell’edificio. Ad inizio maggio un tonfo ha destato l’abitato e le immagini di quel tetto, bucato, hanno fatto il giro del web. Ma già da alcuni anni la situazione di questo edificio vincolato dalla Sovrintendenza, un tempo magazzino della comunità ebraica, poi magazzino di una ferramenta quindi, ora, di proprietà di una società immobiliare, preoccupano.

Alcune foto, scattate nel 2012, già documentavano i cedimenti strutturali all’interno dell’edificio di via Manin. Poi sono seguiti ulteriori crolli, che hanno interessato i solai e di recente il tetto. Della situazione e del futuro di questo sito testimone della storia della città si erano interessati anni fa vari vittoriesi, tra questi l’architetto Mario Da Re che aveva tentato anche di sensibilizzare l’amministrazione comunale, oltre a promuovere l’istituzione di una fondazione su cui far confluire fondi privati per intervenire sull’immobile.

«Dal 1999 al 2007 ho utilizzato questo sito per delle mostre – ricorda Da Re -, poi con l’ultima mostra del 2007 l’immobile è rimasto chiuso». Da allora il lento degrado fino all’attuale situazione. Sulla pagina Facebook “Ghetto ebraico di Vittorio Veneto” le immagini testimoniano il prima e il dopo di questo edificio.

 

«Fin’ora nessuno si è mosso – non nasconde Da Re -, ultimamente abbiamo qualche segnale, ma è tutto ancora allo stato embrionale: non appena ci sarà uno sviluppo concreto metteremo in contatto gli interessati con la società immobiliare. Spiace – conclude –: il comune, quando sindaco era Giancarlo Scottà, si è mangiato un’opportunità: anziché investire sulla Mafil, avrebbe potuto acquistare l’ex ghetto per farne uno spazio espositivo o al piano superiore la sede della biblioteca».

 



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Claudia Borsoi

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