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20 aprile 2024

Cronaca

Tolleranza zero contro fumo passivo: Rai dovrà risarcire giornalista

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Tolleranza zero contro fumo passivo: Rai dovrà risarcire giornalista

La Cassazione ribadisce la tolleranza zero contro il fumo passivo e sottolinea che "l'emanazione di circolari e direttive (praticamente poi inattuate) non costituisce misura idonea a contrastare i rischi da esposizione a fumo passivo" e quindi non rendono immune un'azienda dal rifondere i danni al dipendente che ha respirato il fumo passivo. In questo modo, la sezione Lavoro ha convalidato un risarcimento danni da fumo passivo a favore di una giornalista della Rai (oltre 15.600 euro), A. M. P. che aveva condotto per oltre dieci anni due edizioni del Tg3 nazionale (22.30 e 00.30) "partecipando attivamente al lavoro di redazione".

Convalidando la richiesta di risarcimento danni da fumo passivo, la Cassazione scrive che "l'assunta emanazione di circolari e direttive non costituisce misura idonea a contrastare i rischi da esposizione al fumo passivo, né di conseguenza idonea prova liberatoria; mentre la Corte si è basata sulle valutazioni espresse, conformemente, dai consulenti tecnici di ufficio di primo e di secondo grado, anche in ordine all'efficacia causale della manchevole condotta posta in essere dalla datrice di lavoro".

La professionista lamentava anche che "contrariamente a quanto assicurato dalla Rai non era stata incaricata di svolgere le mansioni di capo servizio del settore cultura". Da qui la richiesta di risarcimento per demansionamento riconosciuto in primo grado ed escluso, invece, dalla Corte d'appello di Roma nel 2011. In accoglimento del primo motivo del ricorso della giornalista, piazza Cavour ha così rinviato parzialmente la vicenda (relativamente al presunto demansionamento non per il danno da fumo) alla Corte d'appello di Roma.

 



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