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28 marzo 2024

Montebelluna

TORNA IL MORBILLO, ALLERTA NEL TREVIGIANO

L'assessore alla Sanità Sandri: "Non abbassiamo la guardia. Sì alla vaccinazione"

| Emanuela Da Ros |

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| Emanuela Da Ros |

TORNA IL MORBILLO, ALLERTA NEL TREVIGIANO

Montebelluna - Torna il morbillo. Da quando la vaccinazione non è più stata obbligatoria, alcuni genitori hanno rintenuto opportuno sottrarsi alla pratica di vaccinare i bambini. O di richiamare la prima (insifficiente) dose di vaccino. La conseguenza? In due comuni del Trevigiano (Montebelluna e Falzè) i casi di morbillo si sono immediatamente diffusi sia ai bambini che agli adulti.

E l'assessorato regionale alla Sanità lancia l'invito, serrato, a vaccinarsi contro un'epidemia che era pressoché scomparsa e che può avere gravi complicanze.

L’Assessorato regionale alla Sanità e gli esperti della Direzione Regionale Prevenzione, stanno seguendo con attenzione l'epidemia di morbillo che ha coinvolto due scuole materne a Montebelluna e Falzè di Trevignano, nel territorio dell’Azienda Ulss 8 di Asolo (Treviso), e che è iniziata a dicembre.

Nei mesi precedenti non erano stati segnalati casi di malattia nel territorio dell’Asl: l’ultima segnalazione di caso confermato di morbillo risale infatti a luglio 2008.

Alla data odierna i casi segnalati sono 57; i soggetti coinvolti vanno da un anno a 27 anni.

Durante l’ultima settimana sono stati segnalati 4 casi, di cui 2 adulti di 24 e 27 anni e 2 bambini di 1 e 4 anni. Nessuno dei nuovi casi era stato vaccinato contro il morbillo. D

ei 57 casi notificati, 38 risultano non vaccinati (66% delle notifiche); i rimanenti erano quasi tutti vaccinati con ciclo incompleto (1° dose).Finora sono stati ricoverati 7 soggetti con complicanze di broncopolmonite e otite. Sono stati allertati, oltre che i pediatri e i medici di famiglia, anche il servizio di Continuità Assistenziale, le UU.OO. di Pediatria, i Pronto Soccorso dei Presidi Ospedalieri di Castelfranco Veneto e Montebelluna e i dirigenti scolastici delle scuole interessate e, ovviamente sono stati informati i genitori sulle modalità di comparsa della malattia e sulle azioni per evitarne il contagio. “Secondo le raccomandazioni regionali e nazionali – sottolinea l’Assessore regionale alla Sanità Sandro Sandri - è stata offerta la vaccinazione ai contatti suscettibili nelle famiglie e nelle scuole, ed è stata proposta una seconda dose di vaccino anti morbillo-parotite-rosolia a quanti già avevano effettuato una prima dose. Risultano somministrate oltre 100 dosi di vaccino.

E’ stata proposta la vaccinazione post-esposizione anche a tutti i contatti suscettibili, tuttavia molti genitori di bimbi malati, già precedentemente contrari alle vaccinazioni, hanno rifiutato di procedere alla vaccinazione dei fratelli non vaccinati: questo ha determinato il contagio intrafamiliare di bambini e di adulti non immuni”. L’epidemia che sta interessando l’Ulss 8, ritengono gli esperti della Regione, potrebbe estendersi nelle aree limitrofe soprattutto dove la presenza di coperture vaccinali non ottimali non costituisce una barriera per proteggere le persone che non si sono vaccinate e quei pochissimi casi che non hanno ottenuto copertura immunitaria sufficiente dalla vaccinazione. Emerge, pertanto, la necessità che si diffonda tra la popolazione una maggiore percezione del rischio riguardo alle complicanze della malattia e si sviluppi una maggiore sensibilità nei confronti di questa importante vaccinazione che ha avuto il pregio di ridurre in modo importante il numero di epidemie ed il numero dei casi coinvolti, oltre ovviamente alla drastica riduzione delle complicanze, anche gravi, della malattia.

“La scomparsa di casi di morbillo in una popolazione, dovuta alla estesa pratica vaccinale – fa notare Sandri - col tempo determina spesso una riduzione dell’attenzione verso le buone pratiche preventive, e riducendo il numero di vaccinati crea però le condizioni per la ricomparsa del fenomeno. Non bisogna mai perdere di vista l’obiettivo di copertura immunitaria pressoché totale della popolazione, risultato raggiungibile principalmente attraverso una forte collaborazione tra tutti gli operatori sanitari, soprattutto con i Pediatri di Libera Scelta e i Medici di Medicina Generale”.

 


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